Commento

La lezione di un’overdose

Confontati alla raffica impressionante di notizie di maltrattamenti e abusi suminori, come reagire?

31 marzo 2018
|

Le cronache di questa settimana ci hanno proposto una raffica impressionante di notizie (vicine e non lontane!) con al centro bambini vittime di maltrattamenti e abusi di inaudita crudeltà. Un’overdose da elaborare che ci porta a interrogarci su alcuni aspetti fondanti della vita, con qualche riserva sul ruolo della famiglia, dello Stato e della Chiesa.

Cominciamo dallo Stato (federale e cantonale). È stato capace di togliere per decenni alle loro famiglie e a ragazze madri i figli, collocandoli in altre famiglie o in istituti, che spesso hanno tradito la missione sbandierata di volerli aiutare/educare. Chi – e questo ha un grande valore – ha subito abusi e violenze ha finalmente potuto ottenere un risarcimento dall’ente pubblico, le scuse ufficiali del Consiglio federale e martedì anche quelle del presidente del governo cantonale Manuele Bertoli. Ma ciò che è stato ha lasciato ferite molto profonde.

Dallo Stato passiamo a un’altra istituzione: la Chiesa. Nell’occhio del ciclone non solo per i bimbi collocati in alcuni istituti (pure) religiosi e poi maltrattati, ma anche per i clamorosi casi che (sempre in settimana) sono ritornati a galla. Ancora storie di abusi (su 24 bambini) e dito puntato sulle responsabilità delle diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo e l’Odine dei cappuccini, rei di aver ‘voltato’ la faccia in altra direzione... A fare venire a galla la vicenda fu un anno fa un libro denuncia di una vittima.

Non da ultimo – terzo caso da pugno nello stomaco – la famiglia ticinese (in questo caso affidataria) messasi a disposizione per offrire un nuovo nido, nel quale i genitori affidatari si sono invece rivelati essere veri e propri orchi.

È l’incredibile dramma approdato mercoledì e giovedì alla Corte delle Assise criminali. Ad aggiungere sofferenza alla sofferenza in questo caso c’è stata anche la mancata prontezza di azione di chi, all’interno degli uffici dello Stato, avrebbe dovuto accorgersi per tempo di tali abusi. Un caso terribile, che è stato giudicato mentre in Svizzera romanda si stava condannando un’altra famiglia per abusi (incesto) nei confronti dei loro otto figli e si puntava nel contempo il dito pure verso chi (sempre certi servizi dello Stato!) avrebbe potuto/dovuto fermare prima quegli abusi, ma non lo ha fatto. Davvero troppo!

‘Una concentrazione di orrore frutto del caso’ diranno alcuni lettori. Sì, possibile, anzi probabile, che di coincidenza si sia trattato. Non tiriamo quindi conclusioni del tipo ‘Ah la malsana china sulla quale ci stiamo incamminando’.

Se evidenziamo l’overdose è perché ci preme che le antenne di tutti restino ben drizzate e nessuno più guardi da un’altra parte. E poi, sì, ricominciamo, come sempre, a guardare la vita dalla parte giusta, quella bella. Quella che a Pasqua, con la primavera alle porte, è fonte di vita, di colori nuovi e di speranza e di rinnovata bellezza.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔