Alla finestra

È una giustizia social-vegan

Francia: un uomo viene ucciso da un terrorista, una donna approva su Facebook. Beh, lui era un macellaio, lei è una vegana...

(PxHere)
31 marzo 2018
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In un paesino qualunque del Sud della Francia, un tale, posseduto dal suo sentimento di Allah, spara ad alcuni agenti e si barrica in un supermercato: un uomo resta ucciso. In una casa qualunque, una donna si collega alla sua arena virtuale e regala con orgoglio il proprio pensiero al mondo: «Beh, vi sciocca che un assassino si faccia uccidere da un terrorista? Non io, zero compassione per lui. Alla fine esiste pure una giustizia». Lei no, lei non si fa ricattare moralmente né offuscare la vista interiore dal pensiero dominante. Dopotutto, quell’uomo ucciso era un macellaio, lei una vegana.

In particolare nei giorni di festa, a qualcuno capiterà di trovarsi ostaggio dell’ideologia alimentare dei più integerrimi protettori dell’universo animale. In un mondo felicemente ricco di sfumature, in cui il reale non si riduce alle tonalità di bianco e nero, si può forse rifiutare lo schiavismo legalizzato di tanta industria della carne senza perdersi il prossimo in quanto umano, figlio in una cultura che ci precede e ci supera, né condannarlo al girone degli omicidi se addenta una polpetta. Mentre sempre più persone parlano con le bestie, il dialogo con gli umani implica il coraggio di rinunciare all’affermazione della propria verità; per non finire un bel giorno col vedere un crociato o un assassino nel grembiulone del macellaio di paese.

(Ah, la vegana illuminata è stata denunciata e condannata. Mettendola sul metafisico, «esiste pure una giustizia»).

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