alla finestra

Adesivi e musulmani, per uno humor da cani

Un adesivo, su una casa svizzera, invita due figure musulmane a restare fuori, come con gli animali. “Solo uno scherzo”, si difende l'autore. Ma questo è humor?

16 marzo 2018
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Chi ha a cuore il buon nome dell’umorismo non può non accogliere con un certo sconforto l’immagine di un adesivo, appiccicato sulla porta di una qualunque casa svizzera, in cui s’invitano due figurine musulmane a restare fuori. Un po’ come usa con i cani, o come usava 75 anni fa con i rappresentanti di un’altra fede, preferibilmente inviati verso un altrove infernale. L’ideatore della trovata si difende dicendo che il suo era solo uno “scherzo”, e non capisce proprio come ci si possa offendere.

Già, perché offendersi? Anche indignarsi, all’epoca del risentimento e dell’identitarismo, si è ridotto ad esercizio stucchevole e fine a se stesso: non smuove le coscienze e non favorisce una comunicazione con chi si fa espressione di qualsivoglia idiozia, piuttosto rafforza muri mentali e feroce senso di appartenenza alla propria tribù. Beh, se proprio non serve non mi scandalizzo.

All’improvviso però mi coglie il ricordo di aver letto che ironia e senso dell’umorismo – la capacità di esprimerli e di coglierli – vengono considerati come una spia dell’intelligenza superiore di alcuni bambini. Lo humor si offre ogni giorno come veicolo per una lettura della realtà complessa, acuta, stratificata, sorprendente, sottratta alla volgarità e alla superficialità; e dunque come misura infallibile della finezza di chi ci troviamo di fronte. Si tratta di non prendersi troppo sul serio, né di considerarlo soltanto uno “scherzo” alla portata di ogni cane.

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