Commento

Liceo di Locarno, scende in campo e brilla

13 aprile 2017
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Spesso e volentieri si parla e si scrive di scuola, mettendola sul banco degli imputati. Lo fa la politica non riuscendo a sbloccare la riforma – trascinatasi troppo a lungo – del progetto ‘la scuola che verrà’. Colpa di chi? Dei docenti troppo conservatori e troppo ‘complicati’, ai quali risulta più facile mettersi di traverso? Del dipartimento che ha mirato troppo in alto, mentre sarebbe stato meglio procedere a passettini? Di una parte della politica che non si accorge di quanto galoppi il mondo reale e di quanto la scuola sia chiamata a tenersi al passo coi tempi accelerati? Forse di tutto un po’.
Ma lasciamo da parte il grande cantiere, per concentrarci una buona volta sul bicchiere mezzo pieno e di una scuola che entra in partita e brilla. Spesso, come giornalisti, veniamo invitati alle giornate autogestite. In quelle occasioni abbiamo sempre avuto un’ottima impressione della ricchezza dei programmi che gli studenti sono stati in grado di approntare in piena autonomia, spaziando in un’infinità di discipline con particolare riferimento al mondo molto concreto del lavoro che è lì ad attenderli. Ieri, è successo qualcosa di simile al Liceo di Locarno, dove è stata organizzata dalla direzione un’intera giornata intitolata ‘Diritti e rovesci’. Diverse tematiche – a dire il vero una più interessante dell’altra – sono state affrontate dal punto di vista dei diritti e dei doveri. Diritti – come si legge nella presentazione della giornata – declinati in molteplici aspetti: umanitario, della donna, del malato, del lavoro, internazionale e via dicendo. Fra la quarantina di relatori invitati che hanno avuto modo di riflettere con gli studenti figuravano anche diverse personalità di spicco e fama (Carla del Ponte, Dick Marty, Franco Cavalli tanto per fare solo tre nomi). Il pregio della giornata è stato quello di mettere in contatto diretto il pianeta del lavoro con quello dello studio, cercando di stimolare gli studenti su questioni di fondo. E gli studenti hanno reagito con grande interesse, ponendo spesso e volentieri interessanti domande ai relatori.
Noi, per esempio, siamo stati sollecitati a riflettere col procuratore generale John Noseda e l’addetto stampa del Ministero pubblico Saverio Snider, sui rapporti fra informazione, giustizia e media. Ci ha stupito non poco la curiosità manifestata dai giovani nel porre tutta una serie di domande molto precise sull’esigenza di conciliare la segretezza delle inchieste della magistratura (perlomeno sino al momento della celebrazione del processo) con l’esigenza dei mass media di voler/dover rendere noti fatti di interesse pubblico. Quando fare i nomi? Quanto è reale il pericolo di inquinamento delle prove da parte dei mass media? E da parte dei social, se postiamo determinate informazioni? Che cosa può liberare il singolo sui social senza rischiare? Quando è chiamato a dover rendere conto dal punto di vista penale? È facile o difficile risalire all’identità di chi sta dietro un nickname? Alla fine dell’incontro non è mancato un accenno al dolente capitolo delle notizie false, divenute poi virali, liberate sperando di influenzare l’opinione pubblica – guarda a caso – in momenti molto caldi, quali le elezioni. Riflessioni, insomma, che ci hanno poi spinto a parlare di regole, ponendo particolare attenzione ai diritti coniugati ai doveri e alla responsabilità personale. Un argomento enorme visto che non di rado vanno piuttosto di moda i diritti punto e basta.
Fa quindi molto piacere che la scuola dedichi tempo e spazio specialissimi (anche) a queste attuali tematiche e che gli studenti si facciano sentire, preparandosi così anche alla vita di cittadini. In sintesi: complimenti al Liceo di Locarno! A chi lo dirige, a chi ci lavora e a chi lo frequenta.

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