Commento

Seggi, locomotive e traversine

(Samuel Golay)
30 marzo 2017
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Ci perdonino gli elettori della Riviera e quelli di Paradiso. Ma la super scommessa del prossimo fine settimana elettorale la si gioca soprattutto all’ombra dei castelli. Allarga infatti (finalmente) i suoi confini la capitale del Cantone, trasformandosi in un polo regionale composto da 13 Comuni e circa 45mila abitanti. La campagna per il voto è stata invero piuttosto stracca. Come mai? Probabilmente perché Bellinzona è fatta così (ama poco apparire), ma in parte può anche darsi che la relativa quiete celi una pensata strategia elettorale. Chi sa – o meglio spera – di poter vincere (e non poco), ossia il Plr, non ha interesse a muovere troppo le acque e men che meno a fomentare polemiche. Deve semplicemente intavolare bene le proprie carte di partito responsabile, serio e molto ben radicato nel distretto. Per carità, non è che gli altri non siano seri e responsabili, ma non sono lontani i tempi burrascosi in cui alla testa dell’esecutivo c’era quel Brenno Martignoni, divenuto sindaco proprio con la maglia del Plr, finito poi non più rieletto per via di tante fughe in solitaria con la maglia del Noce. Ora, in quest’ultimo quadriennio, con la compagine presieduta dal sindaco Branda al timone dell’aggregazione, il pendolo sembra essersi spostato dai fuochi d’artificio alla tranquilla e costruttiva concordanza. Lo scorso anno quella concordanza ha persino portato la coppia B&B (Bersani-Branda) in pellegrinaggio per mesi durante i quali i due sindaci si sono tanto spesi per convincere che la sfida aggregativa valeva la pena di essere giocata sino in fondo. Giocata e vinta. Una coppia che, anche ora in piena campagna elettorale, fa molta attenzione a non pestarsi i piedi. Il dato politico più importante da analizzare domenica sarà quello della tenuta del Plr: riuscirà a riconquistare la capitale? Lo farà agilmente, forte della sua massiccia presenza sul territorio (su 13 Comuni ne amministra saldamente quasi dieci)? Gli riuscirà il colpaccio di portare a casa 4 municipali su 7 (ovviamente sindaco compreso)? E poi, se sì, a scapito di chi? Se avvenisse ai danni della Lega, per i liberali il risultato sarebbe ancor più significativo. Come mai è presto detto: è la Lega con Gobbi che ha strappato il secondo seggio del Plr in CdS, diventando il partito di maggioranza relativa in governo; è sempre la Lega che ha tolto lo scettro a Giudici, eleggendo Borradori sindaco di Lugano; e non da ultimo la Lega non ha mai sfondato nella Turrita, se non in tempi molto lontani con Lucio Rossi, tornando poi a fare opposizione (soft, a differenza del più profilato Ppd) solo nel legislativo. Ecco perché il voto per la nuova Bellinzona riveste per il Plr, ora presieduto dal bellinzonese Caprara, un significato psicologico particolarmente importante! Altrettanto attesa è la misura della tenuta di Branda, popolare sindaco uscente. Si può di certo già dire che farà molti voti personali, riuscendo a ricevere tanti preferenziali anche da liste antagoniste al Ps. Ma quando si fanno i conti dei seggi, lo si sa bene, quelli che cubano particolarmente sono i voti di partito; e da questo punto di vista l’ex magistrato è deboluccio. Diciamo che è un’ottima locomotiva, ma gli mancano le traversine. Che altro dire? Forse domenica i contendenti scopriranno anche le loro carte in vista di un possibile ballottaggio. Tutto dipenderà dal distacco fra Plr e Ps. In teoria dovrebbe essere ampio, e difficilmente in soccorso di Branda scenderanno in campo Ppd (nel Bellinzonese meno cristiano-sociale che altrove) e la cordata Lega-Udc. Ma, se dalle urne dovesse uscire un Plr meno mister muscoli, lo scenario potrebbe anche cambiare. Vada come vada, in ogni caso Bellinzona si è data una bella mossa. Le generazioni che verranno ringrazieranno.

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