Commento

Nel bunker il Beltra non convince!

14 marzo 2017
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Paolo Beltraminelli, rispondendo ieri in parlamento alle varie richieste di chiarimento su ‘Argo 1’, è stato abile (si fa per dire) nel difendere l’operato dei suoi funzionari. Tanto abile che, in chi ha seguito il dibattito e la discussione generale (con un Ppd ammutolito!), poteva sorgere l’interrogativo: ma non è che il ministro abbia difeso tanto pugnacemente la prima linea perché così facendo ha difeso anche il suo bunker? Un’impressione più che legittima. Vediamo perché.
Intanto perché, se confrontate con dati di fatto, le assicurazioni date dal ministro sull’efficienza, l’unicità nell’offerta, con tanto di menzione delle lodi ricevute dai Comuni e dai più (funzionari del Dss compresi) sul lavoro di Argo 1, non reggono.
Ma signori, non meniamo il can per l’aia. Di che cosa stiamo parlando?
Di funzionari al centro di una verifica amministrativa – oltre che di due altre inchieste penali parallele, condotte sia dal ministero pubblico della Confederazione che da quello cantonale – per ipotesi di reati gravi commessi da dipendenti di Argo 1: atti di violenza, sequestro di persona e presunto reclutamento di persone a favore dell’Isis. È questo l’aspetto molto ma molto preoccupante.
E allora: cosa controllavano i funzionari del Dss che a detta di Beltraminelli avevano contatti regolari col centro asilanti e/o l’agenzia di sicurezza? Ma per piacere…
Tutto ciò sugli elementi non propriamente secondari, motori poi di ulteriori verifiche che hanno scoperchiato anche una maldestra gestione del denaro pubblico al Dss. Non da mesi, ma da anni! Perché, sulla scorta di un contratto firmato dall’onorevole Beltraminelli e da un suo capo divisione, poi proseguito tacitamente, si è andati avanti per anni versando oltre tre milioni di franchi ad Argo 1.
Capito? Anno dopo anno sono uscite centinaia di migliaia di franchi pubblici – oltre tre milioni di franchi – perché il capo del Dipartimento sanità e socialità ha firmato anni addietro un contratto che, dopo un periodo di prova di alcuni mesi (solo cinque!), era per lui ‘er meio’. E lo era – tesi ufficiale sostenuta – perché, chi si è fatto avanti fondando Argo 1, poteva vantare un’esperienza con una precedente analoga ditta e aveva presentato una proposta molto interessante, come progetto originale e come costo (particolarmente basso) orario. Ma va!
Quasi fossero gli unici sulla faccia della terra a poter offrire una simile prestazione. Suvvia onorevole Beltraminelli: erano talmente unici che, quando un paio di settimane fa il mandato è stato tolto ad Argo 1 e affidato ad altri, una nuova agenzia è potuta subentrare ad Argo 1 dalla sera alla mattina!
Ma al di là di questi aspetti, che Beltraminelli ieri non ha saputo chiarire in modo convincente, da parte del presidente del governo è mancata una sua chiara e diretta presa di responsabilità nel suo primo lunghissimo intervento di entrata in materia. Solo dopo, col forcipe, su sollecitazione del deputato Giorgio Galusero, Beltraminelli ha espresso un mini mea culpa.
Il dato di fatto è che sono stati spesi milioni su milioni in base a un contratto iniziale di cinque mesi previsto per alcune centinaia di migliaia di franchi. Contratto poi proseguito (per inerzia) per cifre milionarie e poi improvvisamente finito perché alla porta è arrivata la Giustizia. Ciò che ha permesso che il domino partisse e che non fosse poi più verificato nel merito è stata proprio la firma del Beltra. Questo è un fatto inconfutabile, ammesso e molto grave. Il resto sono solo parole al venticello primaverile.

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