Commento

Quegli insulti sulla Croazia 

27 aprile 2016
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Succede raramente, anzi forse non era mai capitato, che un consigliere federale lasci per protesta l’aula parlamentare. È avvenuto ieri in Consiglio nazionale durante il dibattito sull’estensione della libera circolazione delle persone alla Croazia, quando la ministra di Giustizia e polizia Simonetta Sommaruga si è alzata e se n’è andata (seguita per solidarietà dai deputati del suo partito) dopo le pesanti accuse (pesanti è il meno che si possa dire) lanciate nei suoi confronti da tale Roger Köppel, consigliere nazionale Udc e editore della ‘Weltwoche’, il settimanale controllato da Christoph Blocher (che lo si voglia o no). Cosa ha affermato Köppel di così grave per infastidire una signora come Simonetta Sommaruga, la cui qualità principale è da sempre quella della diplomazia anche nei momenti più difficili? L’ha accusata di ‘sedersi sulla Costituzione’ ciò che è ben peggio, almeno nei termini, di far notare a qualcuno che starebbe violando la carta fondamentale. Per essere più chiari e usando termini boccacceschi c’è da ritenere che Köppel volesse dire che Sommaruga starebbe mettendo la Costituzione ‘sotto il sedere’ (le virgolette sono d’obbligo). C’è modo e modo per sostenere le proprie tesi anche quando si fa opposizione. Sembrava, fino a ieri, che certi metodi e un certo linguaggio fossero una prerogativa tutta cantonticinese. Ora non è più così. L’invettiva è diventata patrimonio nazionale, verrebbe da dire. È vero, tornando alla Croazia, che il momento non è certo dei più propizi per far accettare al popolo l’estensione dell’accordo di libera circolazione a quel Paese, almeno per due motivi. Il primo : sulla testa del Governo e sul Parlamento pesa la spada di Damocle del voto del 9 febbraio di due anni fa sull’iniziativa dell’Udc riguardo all’immigrazione e quindi è è un problema spiegare al cittadino che si vogliono allargare i confini delle intese in materia con l’Unione europea. Il secondo : alle frontiere europee (non ancora quelle elvetiche) sale la pressione di intere popolazioni in fuga dai loro Paesi. Diventa difficile, quasi impossibile con questi scenari, riuscire a far prevalere la ragione sulle reazioni di pancia e sui sentimenti di paura. È comunque un dovere, prima di tutto civile, tentare di farlo. Cominciamo dal 9 febbraio e dall’Accordo sulla libera circolazione delle persone. Quest’ultimo è tuttora in vigore, visto che le trattative con l’Unione si trovano in una fase di stallo e che un modo di applicazione dell’articolo 121a della Costituzione (con o senza il consenso di Bruxelles) non è ancora stato adottato (con le conseguenze che la cosa potrebbe avere). La Svizzera è pertanto tenuta ad applicare le regole che ha sottoscritto evitando le possibili ritorsioni (nel campo della ricerca scientifica e dello scambio di studenti, comestava già succedendo). Oltretutto il voto del Nazionale non si tradurrà in una apertura immediata delle frontiere con il Paese dei Balcani. Se poi si vuole usare lo spauracchio della possibile invasione di richiedenti l’asilo, i croati hanno poco o nulla a che vedere con il flusso migratorio attuale che proviene da ben altre aree (Siria, Afghanistan, ecc.). Sono tuttavia argomenti razionali quanto difficili da far passare oggi. I primi a saperlo sono i dirigenti dell’Unione democratica di centro la quale, dopo aver perso la battaglia del 28 febbraio sugli stranieri che commettono reati, teme di andare verso una nuova sconfitta il 5 giugno, quando voteremo sull’asilo. Per un partito che ha vinto le ultime elezioni federali si tratterebbe di un vero smacco. Oltretutto chi sarà a difendere a nome del Consiglio federale davanti agli elettori la nuova legge sull’asilo ? Proprio lei, la signora Simonetta Sommaruga.

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