Dalla grande cultura di Diego Scacchi agli impulsi di Marco Balerna per la collaborazione regionale ed alla tenacia e lungimiranza di Carla Speziali: gli ultimi tre sindaci liberali-radicali di Locarno accomunati da una prematura uscita di scena, per diversi motivi, quando avrebbero potuto dare ancora il loro contributo – grazie alla preziosa esperienza ormai acquisita – ai vertici dell’amministrazione comunale. Governare non è facile e a Locarno forse lo è ancora meno. Il rammarico in un’ampia fascia della popolazione per la decisione di Speziali di lasciare anticipatamente Palazzo Marcacci è stato testimoniato dalle lacrime che qualcuno, presente in Piazza Grande nella mattinata di Capodanno, ha versato dopo la confidenza-shock di non voler più ricandidarsi. Una decisione sofferta e maturata nella seconda metà dell’anno scorso – caratterizzata anche da una prolungata assenza per motivi di salute dall’attività dell’esecutivo cittadino – annunciata fra la sorpresa generale e infine confermata due mesi fa, mentre il principale progetto per il quale si è prodigata – e che ha portato avanti per parecchi anni, superando molteplici ostacoli – ha potuto entrare finalmente nella fase realizzativa. La Casa del Pardo è l’opera che resterà indissolubilmente legata all’operato della “Carlina”, che pur si è impegnata anche in vari altri ambiti: a cominciare dal risanamento finanziario delle casse cittadine avviato nel primo quadriennio da municipale e che ha poi consentito un duplice abbassamento delle imposte. Sino al 2000, malgrado l’esempio del papà Carlo, era rimasta lontana dalla politica. Poi, ecco l’entrata nell’esecutivo e lo sbocciare di quella passione per l’amministrazione cittadina, manifestata all’insegna non solo del sorriso e della disponibilità, ma pure del carattere e del “polso”. Prima donna a essere eletta sindaco di una città ticinese nel 2004, ha governato anche in un esecutivo a maggioranza femminile: una rarità fra i centri elvetici. Lo Swiss Award conquistato nel 2006 quale miglior politica in Svizzera, le ha dato entusiasmo e popolarità per puntare alla concretizzazione di importanti progetti tendenti ad accrescere la qualità di vita e valorizzare gli “atout” di Locarno e della regione in generale. Durante il suo sindacato è stata avviata la riqualifica dello spazio pubblico (pensiamo alla pedonalizzazione di Piazza Grande e alle varie moderazioni del traffico); vi sono stati l’inaugurazione del Centro balneare regionale; il rilancio e l’ampliamento del Parco delle Camelie e l’affermazione di grandi eventi come Moon & Stars, Locarno on Ice e la Notte Bianca. In questi ultimi anni spiccano il potenziamento della Polizia comunale; la sistemazione di Palazzo Marcacci e di viale Respini, nonché la realizzazione in corso del nuovo Centro tecnico e logistico alla Morettina. Sull’altro piatto della bilancia pesano principalmente la bocciatura del progetto aggregativo di sponda sinistra – su cui Speziali puntava molto per costituire quella “grande Locarno” in grado di riequilibrare, con l’unione del Bellinzonese, l’assetto cantonale – e quest’ultimo triennio horribilis – di Appaltopoli e varie polemiche interne ed esterne – benché sostanzialmente positivo a livello di opere e progetti.
Ora è il momento del commiato. Speziali, che resterà comunque ai vertici della PalaCinema Sa, continuerà ad impegnarsi per quel polo dell’audiovisivo su cui ha puntato con determinazione. Salvo sorprese, a Palazzo Marcacci il testimone, all’insegna della continuità, è destinato a passare a fine luglio ad Alain Scherrer, mentre nell’esecutivo mercoledì prossimo subentrerà Niccolò Salvioni. Poi, per tutti gli aspiranti alla poltrona di sindaco, appuntamento ad aprile.