Economia

Scarsità e prezzi alti anche nel settore della carta

I costi, a causa dell’aumento della domanda e dei fermi della produzione, stanno schizzando alle stelle. A pagarne le conseguenze anche le tipografie ticinesi

Anche la carta da macero è ritornata a essere una materia prima interessante
(Keystone)

Da fine 2020 a giugno 2021, quindi in sei mesi, le cellulose per produrre carta e cartone, hanno subito rincari del 60% (la cosiddetta fibra lunga Nbsk) e del 70% (fibra corta eucalipto) toccando rispettivamente, sul mercato europeo, i 1’350 dollari la tonnellata e 1’150 dollari la tonnellata. Il mercato è quindi in tensione per un’offerta insufficiente a soddisfare la domanda che resta solida. Situazioni analoghe si stanno ripetendo in tutti gli ambiti della fornitura di materie prime, dal petrolio al gas passando per le terre rare vitali per l’industria elettronica. Una serie di concomitanze, come la ripresa dell’economia dopo i lockdown più rapida del previsto e le cosiddette strozzature dell’offerta nelle filiere settoriali, stanno creando le premesse per un ritorno dell’inflazione. Le ripercussioni si sentono anche sull’industria grafica svizzera che nel solo 2021 si è confrontata con due aumenti dei prezzi della carta dell’ordine dell’8-10%. «Per l’inizio di novembre – annuncia Stefano Gazzaniga, direttore di Viscom Ticino, l’associazione di categoria – è previsto un ulteriore aumento pari al 5%». «Ciò è legato alla difficoltà riscontrata dalla seconda metà dell’anno di reperire le materie prime quali legno, cellulosa, carta riciclata, che ha portato a un aumento dei prezzi e un aumento notevole delle tempistiche di consegna», continua il direttore di Viscom Ticino. Inoltre i produttori a livello internazionale sono pochi. Una concentrazione nata dal fatto che il settore ha visto da anni diminuire i prezzi di mercato e spingendo la produzione in Paesi a basso costo del lavoro. La lucernese Perlen Papieren Ag è di fatto l’unica cartiera svizzera che usa di fatto solo cartiera riciclata. Spesso si dimentica che la carta è un prodotto riciclabile quasi al 100%.

C’è anche un secondo aspetto che crea questo collo di bottiglia. «Le cartiere non hanno ancora raggiunto la piena capacità produttiva rispetto al periodo pre-pandemia. Si produce ancora a ritmo ridotto, ma la domanda globale (Cina in primis, ndr) sta aumentando e non si riesce a far fronte alle consegne tanto è vero che per alcuni tipi prodotto, molto particolari, si arriva a tempi di attesa di 15-20 settimane», spiega Gazzaniga. Questo mette in difficoltà le tipografie soprattutto quelle che operano nel settore degli stampati commerciali. «Di fatto il settore farmaceutico e quello del commercio online, come quello dei prodotti igienici, stanno monopolizzando il mercato facendo incetta di carta per packaging lasciando scoperta la fornitura di carta per gli altri stampati con il rischio di scarsità e di aumento di costi che prima o poi verranno ribaltati sulla clientela finale di quest’ultimi», continua il direttore di Viscom che sottolinea come anche la carta da macero, quella destinata al riciclo, sta mancando. «Poco prima della crisi sanitaria il suo prezzo era sceso ai minimi storici tanto che bisognava pagare le aziende che la ritiravano. Oggi è tornata a essere economicamente interessante, ma la sua quantità non è ancora sufficiente a coprire l’accresciuta domanda». Di fatto si stanno creando mercati differenziati e i produttori privilegiano i settori che sono in grado di pagare prezzi più alti come è il caso dell’e-commerce o della farmaceutica a scapito dei più piccoli.

E tra i clienti principali della carta riciclata ci sono i quotidiani i cui editori si trovano in una fase di trasformazione digitale, ma il prodotto cartaceo – ancorché con margini sempre più ridotti – è ancora quello che permette di coprire i costi di produzione. «Solitamente gli editori di giornali conoscono il fabbisogno annuale di carta e riescono a fare accordi preventivi per la fornitura. In questo momento, però, se dovessero aumentare la tiratura per edizioni speciali o per inserti pubblicitari richiesti dagli inserzionisti, dovrebbero mettere in conto costi di produzione più alti rispetto a solo sei mesi fa. Se questa situazione dovesse prolungarsi per i prossimi mesi, sono probabili aumenti dei prezzi degli abbonamenti», afferma Gazzaniga. Dal 2022 anche le tariffe applicate dalla Posta per la spedizione dei quotidiani dovrebbero aumentare, se a questo si aggiungono i maggiori costi dell’energia, la situazione diventerebbe ancora più difficile per chi garantisce comunque un servizio pubblico come l’informazione locale.

Cosa consigliate alle aziende associate a Viscom che sono solitamente piccole e medie aziende che non sono in grado di assorbire, come è il caso dei grandi editori o dei settori ad alto valore aggiunto come quello farmaceutico, gli aumenti dei costi? «Attualmente siamo confrontati con un aumento del 5% a partire da inizio novembre e si prevedono ulteriori aumenti tra il 10 e il 25% per vari gradi anche nel 2022. La quota materiale incide per circa il 40% sul totale dei costi. Questo si traduce in costi aggiuntivi di circa il 5-12%, compresi i prezzi più alti per l’energia». «Un’altra raccomandazione è quella di ordinare già oggi il fabbisogno annuale per il 2022 con la precisazione che la garanzia di prezzo dei fornitori è al massimo di tre mesi. Infine, i costi del materiale e della spedizione possono spesso essere ridotti consigliando alla clientela una carta di volume più leggero, ma comunque di qualità».

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