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Corsa al fotovoltaico, sei richieste al giorno in Ticino

Esplode la domanda, ditte in tilt: ritardi per componenti e consulenze. Almeno 6 mesi. Pannelli obbligatori sulle nuove costruzioni dal 2023 in Ticino

Esplode la domanda, ditte in tilt: ritardi per componenti e consulenze. Almeno 6 mesi. Pannelli obbligatori sulle nuove costruzioni dal 2023 in Ticino

13 ottobre 2022
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Più di tante campagne di sensibilizzazione, a dare una scossa al fotovoltaico in Ticino è stata la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica che ha fatto schizzare i prezzi di gasolio ed elettricità. Da gennaio 4mila ticinesi sono corsi ai ripari: due mila (in media 6 al giorno) hanno chiesto incentivi statali per installare impianti fotovoltaici e altri duemila per isolare meglio la casa (interventi a tetti, finestre...), per passare dal gasolio alla termopompa, all’allacciamento alla rete di teleriscaldamento. «Siamo uno dei Cantoni che concede più incentivi per abitante», ci spiega Giovanni Bernasconi che dirige la Divisione dell’ambiente al Dipartimento del territorio. Anche se in inverno cala, l’energia solare è una risorsa da sfruttare maggiormente. La politica spinge, da questo mese in Svizzera è obbligatorio installare pannelli fotovoltaici sui nuovi edifici di grandi dimensioni (oltre 300 metri quadrati) mentre il Ticino vuole fare di più: «Dal prossimo anno tutti gli edifici nuovi dovranno produrre almeno 10 watt al metro quadro da fonti rinnovabili. L’impianto fotovoltaico deve diventare parte integrante di un edificio come il riscaldamento», anticipa l’alto funzionario.

Il collo di bottiglia delle forniture

Guardiamo insieme qualche dato: a fine 2021, in Ticino si contavano settemila impianti per una potenza globalmente installata di 121 mega-watt (MW). «Oggi siamo al 50% dell’obiettivo fissato nel 2013 dalla politica energetica e climatica cantonale entro il 2050, ossia 250 MW». La corsa al solare ha fatto esplodere le richieste: «Nel 2021, sono stati installati 1’100 impianti e quest’anno rischiamo di arrivare a 2mila richieste. Se questo trend dovesse continuare, entro il 2050 potremmo arrivare a coprire col solare metà del consumo cantonale medio annuo». Dalla richiesta all’installazione ci vuole pazienza, perché ci sono problemi di forniture. «Essendo esplosa la domanda, tutto è in ritardo: l’elettronica è in difficoltà, si deve attendere per alcuni componenti (gli inverter), gli studi d’ingegneria faticano a star dietro alle comande. In media l’attesa è di 6 mesi».

Anche sui tetti di abitazioni già esistenti

A Zurigo si discute di ricoprire di pannelli tutti i tetti disponibili, non solo le nuove abitazioni. Una via anche per il Ticino? «Prima o dopo arriverà, forse non per tutti, ma per gli edifici più grandi, dove rende. Diventasse obbligatorio per tutti sarebbero più di centomila impianti». La questione è sul tavolo, i funzionari fanno le loro proiezioni: «A livello teorico, installando pannelli solari su tutti i tetti utilizzabili arriveremmo a un massimo di tremila Gigawattora. Sfruttando solo il 6% degli edifici (circa 14mila), quelli coi tetti più ampi (oltre 300 metri quadri) arriveremmo a produrre quasi 1’000 GWh; più le facciate, altri 700 GWh. Potremmo produrre l’energia necessaria per l’intero consumo cantonale. Bisognerebbe poi predisporre sistemi di stoccaggio dell’energia e di regolazione della rete, perché l’energia solare è prodotta solo durante il periodo diurno, meteo permettendo, e molto meno d’inverno». Il piano è ambizioso, ma ci sono ostacoli. «Il problema di molti vecchi edifici è la struttura del tetto. Se è malandato, si deve isolarlo, i costi salgono, molti si bloccano perché l’investimento diventa importante». Il Cantone sussidia anche il rifacimento di tetti e finestre, e il passaggio a riscaldamenti più sostenibili.

Eravamo i primi della classe e poi ...

A livello nazionale il Cantone si situa leggermente sotto la media elvetica. Eppure eravamo i primi della classe. Nel 1980, il Ticino è stato il primo in Europa a inserire energia solare in rete. Un’ottima partenza e poi la frenata. «Siamo stati uno dei pochi cantoni a istituire nel 2014 un fondo per le energie rinnovabili - soprattutto per il fotovoltaico – che lo scorso anno è stato prolungato. Abbiamo organizzato serate informative, fondato nel 2008 l’associazione TicinoEnergia che fa la prima consulenza gratuita; siamo stati nel 2012 anche il primo cantone ad avere la mappatura solare». Tanti primati ma anche una mentalità, che fatica a cambiare abitudini. Molti si chiedono ancora se il solare valga davvero la pena, ci si interroga sui tempi per ammortizzare i costi. «Difficile da capire. Il fotovoltaico conviene dal profilo ambientale, ma anche economico, è il solo impianto di una casa che si autofinanzia, anche grazie agli incentivi statali. Il primo impianto collegato alla rete in Europa era a Trevano: dopo oltre 40 anni funziona e rende ancora all’80%».

Inverno al freddo? Resto fiducioso

I prossimi mesi sono un’incognita. Berna ha preparato vari scenari in caso di penuria energetica: dalle più blande limitazioni ai cittadini (come avere al massimo 19 gradi in casa) ai più temuti contingentamenti (non per ospedali, depuratori...) o ancora peggio spegnimenti programmati. Bernasconi è tiepidamente positivo: «È un anno difficile, la meteo non ci ha dato una mano e le riserve delle dighe sono ben sotto la media, poi c’è la guerra in Ucraina e la crisi energetica. Come se non bastasse diverse centrali nucleari in Francia sono in manutenzione. L’inverno che arriva ci preoccupa, bisognerà importare energia, ma restiamo fiduciosi».

Contatori intelligenti

Come risparmio se... non so quanto consumo

In vista della tanto temuta penuria di energia invernale, Berna chiede ai cittadini di consumare meno corrente elettrica, proponendo tutta una serie di misure domestiche, come la riduzione della temperatura interna a 19 gradi, la rinuncia al bagno a favore di una doccia sprint, tanto per fare qualche esempio. Ma gran parte dei ticinesi non conosce i consumi esatti della propria abitazione.Quindi ci si muove piuttosto alla cieca. Servirebbero dei contatori elettrici intelligenti che sono realtà consolidate in altri Paesi ma non ancora diffusi su tutto il territorio in Svizzera. La Confederazione è corsa ai ripari imponendo d’installarli, entro il 2027, all’80 per cento dei consumatori e dei gestori d’impianti che producono energia. Vengono anche chiamati ‘smart meter’ e misurano il consumo di elettricità e anche quanta elettricità viene immessa in rete dall’impianto fotovoltaico. Inoltre, raccolgono dati sul consumo di elettricità e li trasmettono una volta al giorno in forma digitale al gestore della rete. «Alcune aziende elettriche hanno messo a disposizione servizi online dove monitorare il consumo live ogni 15 minuti. Il prossimo passo è estendere l’installazione di questi contattori a un numero sempre più importante di edifici», ci spiega Luca Pampuri di TicinoEnergia.

Le regole d’oro per non sprecare energia

L’esperto ci illustra poi le regole d’oro per non sprecare energia. Ecco qualche consiglio pratico: «Avere un termometro per verificare quanti gradi ci sono in casa». Arieggiare i locali, ma in modo intelligente: «Evitare di aprire le finestre a ribalta, arieggiare 3 volte al giorno per 5 minuti spalancando le finestre permette, da un lato, di migliorare la qualità dell’aria all’interno dell’edificio e dall’altro di ridurre la dispersione di calore», spiega il ricercatore.

Di notte vale la pena risparmiare. «Ridurre la temperatura in casa dalle 22 alle 6 diminuisce i consumi energetici. Vale la pena farlo anche se si è assenti per una settimana. Ed evitare di riscaldare locali che non vengono utilizzati», conclude infine l’esperto.

L’esperto

‘Non vi salva da un eventuale black out’

C’è chi teme il rincaro delle bollette e pensa di produrre e vendere un po’ di energia elettrica in proprio. C’è anche chi, per sfuggire al caro benzina, ha preso un’auto elettrica investendo pure, per chiudere il cerchio, in un impianto fotovoltaico. Attenzione però, mette in guardia, Luca Pampuri, responsabile del settore consulenza dell’Associazione TicinoEnergia: «Avere un impianto fotovoltaico non mette generalmente al riparo da un eventuale black out». Una credenza dura a morire che il collaboratore di TicinoEnergia deve sgretolare: «Molti pensano che col fotovoltaico non saranno mai al buio. Ma gli inverter, che si interfacciano con la rete, hanno bisogno di elettricità, altrimenti non riescono a trasformare l’energia continua in alternata, forma nella quale viene utilizzata all’interno dei nostri edifici. Se la rete cade, l’impianto, a meno d’installazioni particolari, non funziona. Alcuni dei vantaggi più importanti sono invece il fatto che è sostenibile, ecologico, economico e anche sociale, considerando le sempre più numerose opportunità lavorative che il settore offre sul nostro territorio», precisa.

Mancano professionisti formati e scarseggiano componenti dei pannelli

Attualmente in Ticino le ditte associate a Swissolar, l’associazione di categoria, sono poco più di una ventina. A queste si aggiungono alcune ditte associate all’Associazione Installatori Elettricisti Ticinesi (AIET), che in parte offrono anche questo servizio. Lavorano come matti. «Con l’importante aumento delle richieste, la pressione per sugli installatori è aumentata notevolmente. Alcune piccole ditte hanno visto incrementare notevolmente e in poco tempo il proprio numero d’impiegati, e, nonostante ciò, stanno difficilmente al passo con la richiesta. Mancano professionisti formati e c’è penuria di componenti, in particolare gli inverter sono difficili da trovare», precisa Pampuri.

Il valzer delle consulenze

Ormai è chiaro, per il fotovoltaico, la parola d’ordine è pazienza. Il primo passo, per tutti, è la consulenza. TicinoEnergia fornisce le prime indicazioni orientative (via telefono o email) su costi e incentivi: «È gratuita e non prevede un sopralluogo». Alcuni Comuni hanno uno sportello energia, dove si incontra un consulente messo gratuitamente a disposizione dal Comune. Infine, c’è Bussola Energia, un servizio che illustra opportunità e strumenti a disposizione per aumentare la performance energetica della propria casa: «Questa consulenza, eseguita da professionisti indipendenti, prevede un sopralluogo a domicilio per valutare i diversi elementi costruttivi dell’edificio, e quale strada intraprendere in ottica di un risanamento energetico. Il tutto costa al proprietario al massimo 200 franchi, grazie al sostegno de Cantone».
Anche qui, si deve pazientare qualche settimana: gli esperti sono pochi, la domanda elevata.

Il check gratuito dei preventivi

Per i tanti ticinesi che hanno deciso di dotarsi di un impianto fotovoltaico è una tappa obbligata la richiesta del preventivo allestito da ditte specializzate che si occupano sia della progettazione che dell’installazione. Di difficile comprensione per i non tecnici. L’esperto consiglia di richiedere più offerte e sottoporle a SvizzeraEnergia per una verifica del preventivo (check-preventivo-solare). «Per un privato è difficile districarsi in una materia così tecnica. SvizzeraEnergia aiuta nella valutazione delle offerte mettendo in evidenza vantaggi e punti critici». Anche questo sostegno è gratuito.

Autoconsumo al 30%

Ci sono alcune pratiche da sbrogliare, ma il santo vale la candela, almeno economicamente. «I tempi di ammortamento per recuperare l’investimento sono di 10-15 anni: è probabilmente l’intervento con il rendimento più interessante in un edificio residenziale dove di regola si installa un impianto con una potenza sui 10 kW». Produce tipicamente il 70% dell’elettricità durante la stagione estiva. In generale le percentuali di autoconsumo (la quantità di energia che utilizzo direttamente all’interno del mio edificio) si aggira attorno al 20-30%, il resto viene venduto all’azienda elettrica. Nel 2020, precisa Pampuri, la tariffa di ripresa offerta da AET era di poco superiore a 5 centesimi al kWh, nel 2021 più che raddoppiata, mentre nel 2022 è verosimile pensare che potrà ulteriormente aumentare.

Aiuti dallo Stato

Gli incentivi arrivano a coprire il 30% dei costi

Ma quanto costa installare un impianto fotovoltaico sul tetto di casa? Se lo stanno chiedendo in molti. Molto dipende dalla grandezza dell’impianto fotovoltaico, ma generalmente gli incentivi permettono di coprire dal 20 al 30% dell’investimento. Berna finanzia quasi 400 franchi al kW, il Cantone aggiunge la metà della cifra distribuita dalla Confederazione, vari comuni integrano i sussidi. «Per un impianto da 10 kW, idoneo per una casa unifamiliare, occorre investire meno di 20 mila franchi, calcolando circa 5 mila franchi d’incentivi. Dura 30 anni», spiega Giovanni Bernasconi. Inoltre, aggiunge il consulente Luca Pampuri, l’investimento può venire dedotto dal reddito imponibile.

Più aiuti da Berna

In futuro sarà ancora più economico: «La Confederazione vorrebbe aumentare gli incentivi», anticipa Bernasconi. Ma consulenti e progettisti bastano? «Sono aumentati con l’aumentare della domanda, difficile dire se siano sufficienti o meno».