In vista del voto

La posta in gioco

8 novembre 2019
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Il Cantone Ticino deciderà a breve chi rappresenterà nei prossimi quattro anni gli interessi del Cantone nel Senato svizzero. Il seggio di Filippo Lombardi molto probabilmente sarà riconfermato, mentre, a dipendenza di chi prenderà il secondo, per il nostro Paese, la posta in gioco è alta. Infatti, a sorpresa, il secondo seggio, attualmente di Fabio Abate, liberale-radicale, se lo contendono Marco Chiesa, Udc, Giovanni Merlini, liberale-radicale, e Marina Carobbio, socialista.

Perdere il seggio liberale-radicale, non sarebbe grave per il partito, quanto piuttosto per il Cantone e la Confederazione. Potrebbe infatti spingere il nostro Paese verso la sistematica chiusura, all’anti-apertura al mondo, sostenuta da Chiesa. Un primato socialista su Merlini, nonostante la caratura di Carobbio, pare difficile ipotizzarlo, mentre la miope strategia del fallito attacco al Consigliere di Stato Bertoli nelle elezioni cantonali, non aiuta certo ora i socialisti ad appoggiare Merlini nel bisogno. Nel teatro politico attuale Merlini, assieme a Carobbio, rappresentano l’unica opzione laica e progressista che possa scongiurare la deriva a destra del Cantone e della Confederazione.
Fabio Abate ha studiato a Berna e Giovanni Merlini pure: entrambi hanno dimostrato di esprimersi in modo appropriato negli intricati temi giuridici della nostra economia federale, la seconda per livello di complessità dopo il Giappone, seguita da Germania, Singapore e Svezia.

Nel passato, il periferico Ticino ha già generato bizzarre scosse sistemiche alla Svizzera. Ad esempio, nel 2014 il suo voto è risultato determinante per l’accettazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa oppure, quest’anno, ha – solitariamente – rifiutato la revisione della legge federale sulle armi. L’elettore ticinese ha però anche saputo dare risposte eroiche a questioni fondamentali messe seriamente in pericolo dalla destra: ad esempio l’iniziativa sull’autodeterminazione, respinta anche nel nostro Cantone. Oppure, recentemente, tributando il primato dei voti al nazionale ad uno stellare Farinelli.

Sulla scorta di imperscrutabili strategie interne, l’elettorato di destra ha purtroppo privilegiato l’Udc Chiesa, voltando le spalle, un po’ a sorpresa, al candidato leghista Battista Ghiggia, che, anche se non ne condivido talune opinioni, avrebbe avuto tutte le carte in regola per portare in senato un confronto dialettico di notevole spessore.

Forte dell’inaspettato risultato della prima volata, Chiesa, spera ora di mantenere la propria posizione.

Di fronte all’opzione tra i secondi in Consiglio degli Stati, Merlini è colui che maggiormente può consolidare e rafforzare in modo qualificato i molteplici complessi interessi del nostro Cantone e della Confederazione nel contesto internazionale. Quali liberali-radicali abbiamo un solo “cavallo”: occorre fare in modo di metterlo all’opera, oltre che sia bene accompagnato. Paradossalmente, se gli schieramenti più affini ai liberali-radicali, Ppd e socialisti non dovessero appoggiare Merlini, rischierebbero favorire una politica polarizzata verso una destra sovranista intransigente in senato. Una politica delle “mazzate” che potrebbe interferire fatalmente nel delicato meccanismo del consenso che il parlamento federale è riuscito a coltivare con successo nel passato. Brexit insegna. Analogamente, anche se i liberali-radicali non dovessero appoggiare i rispettivi schieramenti nei quali si sentono maggiormente affini, rischierebbero che, al posto di Lombardi o di Carobbio, possa trovarsi Chiesa.

Quindi, a seconda delle proprie affinità, che i liberali votino Merlini-Lombardi e i radicali (che, anche se poco ascoltati dai vertici del partito, ve ne sono ancora!) Merlini-Carobbio, affinché per tutta la politica federale, e per tutti noi, ne risulti, comunque, un male minore.

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