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A proposito di ‘capi’

Anni fa ho partecipato a un incontro dedicato alla figura del "capo". Il titolo del meeting americaneggiava "The Ok Boss", in altre parole più europee, "Il leader competente". L’ idea centrale che si delineava durante quell’incontro era ben lungi dall’essere quella di un individuo speciale ma, al contrario, se ne affermava la "normalità" psicologica e sociale. In altre parole, un buon leader, a differenza di quello che spacciano o cercano di spacciare in molti, è una persona che sa e usa quello che sa in base a ciò che egli è. Essendo "normale" tra altri "normali", sa e usa quello che sa in modo "normale": senza vantarsene, evitando giochi di potere e, soprattutto, tenendo il proprio Io sullo sfondo e non in primo piano. Un buon leader, dunque, non mette in discussione sé stesso e gli altri, non cerca di cambiare gli altri e non si iperadatta agli altri ma si limita a fornire un servizio utile e competente agli altri. Nel contempo, non valuta quello che fa in base agli applausi, ma in base ai risultati ottenuti. Potete rendervi conto del fatto che leader di questo genere non abbondano di certo, abbondando, piuttosto, un numero esorbitante di leader molto diversi dall’idea che vi ho spiegato. Il mese scorso ho pubblicato una lettera in cui sostenevo l’idea che tutti i leader vanno testati e bene dal punto di vista psicologico, ora aggiungo anche dal punto di vista dell’intelligenza emotiva. Psicologia ed emotività sono centrali per una buona leadership e lo sono nel senso che ho delineato qui. Se un leader non è emotivamente equilibrato e non sa equilibrare l’emotività altrui, meglio cambi mestiere. Infine, un buon leader è soddisfatto della e dalla sua vita privata, non cerchi soddisfazioni private e personali nel suo lavoro.

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