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Putin vs. Zelensky

Non mi risulta che la guerra sia una partita di calcio. Eppure c’è chi tifa per l’uno o per l’altro come se fossimo allo stadio o assistessimo a un combattimento di pugilato. E intanto i popoli sudditi delle star dell’agonismo muoiono, perdono parenti e amici, vedono distrutte le loro città, i loro ricordi, la loro storia, testimoni loro malgrado di ogni atrocità e abominio. E questo grazie alle armi che il pubblico dei tifosi, l’Occidente, continua a fornire, affinché l’intrattenimento continui. Evviva, altrimenti come potrebbe stare in piedi l’industria dell’armamento senza star belligeranti e tifosi incalliti? Non avendo, per scelta, televisione né giornali ho tempo per dedicarmi alla lettura di libri che mi permettono di approfondire e capire le cause di quello che sta accadendo nell’Oriente europeo. E una volta che si conoscono i fatti vi assicuro che l’unico desiderio che sorge è quello di veder apparire un arbitro che fischi il termine della partita. Ma dov’è finito l’arbitro svizzero, ve lo ricordate? Quello che si adoperava per mettere d’accordo le parti litiganti? Boh, generazione scomparsa! Nella prossima vita aprirò una scuola di arbitri.

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