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La fusione nucleare fredda

Riferendomi all’articolo di Davide Pedrioli del 6.8.22 concernente alla fusione nucleare, noto che l’articolista si riferisce unicamente alla fusione nucleare "calda" come quella che si sta tentando di realizzare su scala industriale a Cadarache in Francia.

Il procedimento consiste nel riscaldare a temperatura altissima (plasma) una certa quantità di atomi finché i loro nuclei si fondono tra di loro liberando molta energia. Il suddetto processo può avvenire solo in un contenitore toroidale costituito da potenti campi magnetici generati da superconduttori che devono essere raffreddati a temperature bassissime. Una sfida tecnologica immensa e costosissima. D’altra parte è già stata prospettata anche la fusione "fredda" che consiste nel compattare a freddo gli atomi fino al punto di fusione dei nuclei.

Sarebbe la soluzione ideale, pulita, semplice, economica, tanto più che con la fusione fredda si produrrebbe energia elettrica direttamente, senza la filiera fusione, calore, vapore, turbina, generatore. Immaginatevi un potente generatore grande come una valigia. Un sogno. Vi hanno già provato in tanti ma la ricerca è stata scoordinata, superficiale, in certi casi persino truffaldina, e ha prodotto poco.

Ricordo che 200 anni fa, necessitando un mezzo di locomozione, il governo britannico emanò un concorso con una consistente ricompensa a chi avesse presentato una soluzione idonea che puntualmente arrivò sotto forma di una locomotiva a vapore. Si dovrebbe lanciare un concorso internazionale per realizzare la fusione nucleare fredda dotato di un premio molto consistente. Centinaia di ricercatori si metterebbero all’opera e con buona probabilità qualcosa di concreto ne sortirebbe.

Forse siamo ancora in tempo a realizzare il sogno e la nostra salvezza.

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