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Un neologismo volgare e rozzo: ‘Catcalling’

Non sono contrario, ma neppure entusiasta, dei sempre nuovi neologismi che spuntano come funghi e per i quali, a breve, si dovrà far capo a un dizionario italiano che li elenchi tutti. È un processo evolutivo della lingua ed è uno dei tanti aspetti della globalizzazione sia verbale che culturale. Pertanto, si definiscono neologismi le nuove parole che entrano a far parte del lessico di una lingua. Sono in prevalenza anglicismi vestiti in italiano, per quanto ci riguarda, come loggare o chattare, linkare o altri, mentre intraducibili parrebbero essere molti altri come gender, internet, smartphone, emoticon e tanti altri e di cui non si potrà più fare a meno per dare un nome alle nuove scoperte e tecnologie che ci giungono d’oltre oceano! L’ultimo genito di questa categoria è Il "Catcalling", un neologismo apparso soltanto da qualche settimana. Il termine, dall’inglese "cat" (gatto) e "calling" (chiamare), letteralmente tradotto con "chiamare il gatto", è un atto comunicativo per attirare una certa attenzione. Pertanto, una espressione idiomatica inglese equivalente al nostro "pappagallismo" riferito a chi infastidisce le donne con commenti indesiderati, gesti, fischi e avance sessuali in aree pubbliche, centri commerciali, mezzi di trasporto. Il Catcalling è un modo volgare e rozzo di approcciarsi con la nostra parte femminile. Secondo l’accademia della Crusca, è una "molestia sessuale" vera e propria, prevalentemente verbale, che avviene in strada. Per diverso tempo si è pensato che certe forme di pappagallismo fossero state superato nel tempo, ma dobbiamo ricrederci e prendere atto che un certo tipo di violenza, oggi dilagante, supera di gran misura i tanti approcci volgari e rozzi, seppur non violenti, che connotarono un certo periodo di tempo, in passato.

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