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Renzo Bordogna, il Signore delle due ruote

Alla vigilia di un nuovo, importante appuntamento con il ciclismo nel nostro distretto (vedi arrivo di una tappa del Tour de Suisse a Novazzano il prossimo 16 giugno), desidero rendere onore a Colui che è stato l’artefice di molti eventi ciclistici nel Mendrisiotto in generale e a Mendrisio in particolare.

Dici ciclismo e pensi subito a Mendrisio (senza nulla togliere ad altre regioni ticinesi), dici Velo Club Mendrisio e pensi subito a Renzo Bordogna, il presidentissimo (senza nulla togliere ai dirigenti di ieri e di oggi).

Se il nostro distretto è assurto, in diverse occasioni, a "Terra del ciclismo", il merito principale lo dobbiamo a Renzo Bordogna che nel 1971 portò il grande ciclismo nel Magnifico Borgo, con l’organizzazione dei Campionati mondiali, Campionati che rimarranno nella storia del ciclismo, fra i ricordi più belli di appassionati e tecnici. Chi è un po’ in là con gli anni, come il sottoscritto, non scorderà mai quel memorabile 5 settembre, quando lungo il circuito che coinvolse tutto il distretto, si radunò una folla oceanica. Vinse il grande Eddy Merckx davanti all’altrettanto grande di quel tempo, l’indimenticato Felice Gimondi, che in coppia lasciarono il gruppo dei migliori nel corso del penultimo giro, sulla mitica Torraccia di Novazzano, per giocarsi la vittoria sul traguardo di Vignalunga. L’Unione Ciclistica Internazionale (Uci) per bocca dell’allora presidente, l’italiano Adriano Rodoni, definì quel Mondiale un successo strepitoso, non solo per le emozioni che suscitò l’evento, ma pure per l’ottima, perfetta organizzazione. Tutto ciò grazie a un gruppo coeso di volontari, guidato con molta perizia e competenza da Renzo Bordogna.

Fu l’inizio di altri memorabili appuntamenti ciclistici degli ultimi cinquant’anni (4 tappe del Giro d’Italia a Mendrisio, nel 1974 – con arrivo al Monte Generoso – 1989, 1998, 2008; 2 tappe del Tour de Suisse, nel 1980 – Cronoscalata Mendrisio/Monte Generoso con vittoria del nostro Joseph Fuchs – e 2001; partenza da Mendrisio del Giro di Lombardia, conosciuto anche come la "Classica delle foglie morte", in due occasioni, il 15 ottobre 2005 e il 14 ottobre 2006; una seconda edizione dei Mondiali nel 2009: quella settimana di fine settembre, con un clima eccezionale, rimarrà nella storia del ciclismo. Nel campo dei professionisti, la maglia iridata andò al nostro Fabian Cancellara (nella prova a cronometro) e all’australiano, mo-mo d’adozione, Cadel Evans (nella prova su strada). Organizzazione impeccabile, con una notevole partecipazione di spettatori; una trentina di edizioni del Giro del Mendrisiotto; due edizioni del Gran Premio di Mendrisio per professionisti, nel 1972 (vittoria di Franco Bitossi) e l’anno dopo con il successo del belga Joseph Bruyère; una edizione della Milano-Mendrisio, prima gara transfrontaliera…

Riavvolgiamo il nastro degli eventi ciclistici e ritorniamo all’inizio degli anni Settanta. Sulle ali dell’entusiasmo dei Mondiali 1971, Renzo Bordogna istituì il Mendrisio d’Oro (per il miglior professionista dell’anno) e quello d’Argento (per il miglior svizzero) con lo scopo di continuare a ricordare quell’evento e portare il nome di Mendrisio in tutto il mondo del ciclismo (e non solo…), grazie anche al contributo di Bruno Raschi (giornalista della Gazzetta dello Sport) e del grande Fiorenzo Magni.

Dal 2008 Renzo Bordogna non è più presidente del Velo Club Mendrisio, non è più attivo nel mondo del ciclismo, ma se il Tour de Suisse farà tappa nuovamente nel Mendrisiotto, molto lo si deve anche a lui.

Grazie presidente Bordogna per averci lasciato in eredità tanto ciclismo di qualità sulle strade di casa nostra.

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