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Vaccini, una grande scommessa

Nella publiredazionale "spazio libero" del 31 marzo (una pagina a pagamento all’interno del Corriere del Ticino e de laRegione) Milosz Matuschek solleva dubbi riguardo ai contratti segreti tra Commissione europea e case farmaceutiche sulla produzione di vaccini anti-Covid.

Stiamo parlando di accordi stipulati tra agosto e novembre 2020 per la fornitura di ca. 1-1,5 miliardi di dosi, i cui termini, condizioni e costi previsti erano molto vaghi. Trattandosi di un importante bene comune e di spese miliardarie, tenuto conto di quanto già aveva anticipato la mano pubblica, è giustificato chiedersi il perché di questa segretezza.

La risposta a questa domanda la conosciamo da almeno un anno e ce la fornisce la Commissione europea stessa il 15 febbraio 2021 in risposta a un’interrogazione di Stefania Zambelli al Parlamento europeo.

Questi contratti contenevano informazioni commerciali sensibili, la cui diffusione al pubblico avrebbe potuto compromettere la protezione di legittimi interessi delle aziende. Considerata la natura altamente competitiva di questa grande sfida industriale e logistica, la confidenzialità dei contratti impediva alla concorrenza di avvantaggiarsi.

Diciamo che la Commissione europea, in questa situazione di grande, improvviso e inaspettato rischio per la salute pubblica con implicazioni sovranazionali, ha lanciato una grande scommessa; oggi siamo nella fortunata situazione di poter dire che è andata bene.

D’altra parte è più che giustificato chiedersi se la pandemia fosse davvero così inaspettata – dopo le avvisaglie delle epidemie di Sars e Mers avremmo potuto giungere più preparati – e pure discutere in quali casi e in che misura la portata dei brevetti possa essere limitata quando l’interesse pubblico lo richiedesse, ma ciò è proprio quanto non fa Matuschek.

Certamente, come dice spazio libero "almeno una volta nella vita è necessario dubitare di tutte le cose" ma in questo caso mi sembra evidente che i dubbi hanno il solo scopo di gettare fumo negli occhi ai cittadini, tanto per mettere in cattiva luce, come d’abitudine, l’Ue.

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