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La Lega, tra voli di stracci, tavoli e sedie

A sinistra volano gli stracci!? Così recitava l’abate di via Monte Boglia il 13 scorso. Probabilmente dev’essersi ispirato a quanto succede in casa propria, ove invece degli stracci volano tavoli, sgabelli e sedie.

Tralascio di commentare il fratricidio e la corsa collettiva alle "cadreghe", ma – visto che la predica domenicale è caduta sulla Signora Mirante (persona che non conosco personalmente ma che leggo, e ascolto nei suoi interventi) e alla quale si deve tuttavia riconoscere – oltre al rispetto pur anche non condividendola – una non comune preparazione e intelligenza politica. Che poi la stessa miri a qualsivoglia seggio è, e rimane, affare suo e del suo partito.

Ma che dire, per guardare in casa Lega? A iniziare dall’estenuante ricerca di qualsiasi "cadrega", remunerata, da parte della portavoce e vice capogruppo in G.C. Sbarrata, e ripetutamente in Gran Consiglio, laddove voleva una cadrega in Magistratura. Rifiutata dagli elettori (anche leghisti), nelle ultime elezioni per il Consiglio di Stato. Eppure è sempre proiettata alla ricerca del "posto fisso".

Il che ci rammenta un analogo film con Checco Zalone. Se la prendessero ce la tireremmo fuori dalle scatole seppur a caro prezzo. E se torno a pensare al Boris (quello che sta eliminando, con l’occulto regista, i leghisti veri ancora rimasti). Colui che declamava: "A mio padre questa Lega non sarebbe piaciuta!". C’è da rimanere basiti! E che brutta piega sta prendendo la Lega "new age" laddove fra Ti-Sin e la guerra in famiglia (pardon nella Grande Famiglia) si raccolgono amari frutti. Il tutto dopo averla trasformata, in camarilla, da movimento in partito a chiara conduzione oligarchica e partito delle multe.

Memento: cosa ci raccontava Flavio Maspoli? "Ol bel vedée l’è pocc distant". Siamo alla frutta secca.

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