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Sapersi gestire in tempi di crisi

La necessità di aggiornare continuamente il nostro sapere, per una gestione migliore possibile dei nostri atteggiamenti e comportamenti nel contesto pandemico, ha messo in evidenza, tipicamente ora, in tempi di crisi, la talvolta più completa disorganizzazione mentale e psicologica di tanti concittadini, confrontabile con il dibattersi caotico di chi sta affogando e non sa nuotare, che è però sempre stato il loro invisibile modo abituale di “funzionare”.

Han bisogno di recuperare: tante conoscenze di base; il saper organizzare correttamente un pensiero e giudicarlo, confrontandolo con la realtà; il sapersi gestire ordinatamente di fronte a difficoltà sconosciute mantenendo distacco ed equilibrio; il valutare realisticamente i rischi; l’evitare confusioni tra regole non più valide, valide tuttora o solo prospettate; il saper convivere con risposte solo provvisorie; il non serbare aspettative esagerate nei confronti di politici ed esperti.

Sono difficoltà evidenziatesi anche nell’ambito del giornalismo. I politici, oltre alla salute corporale della popolazione, devono tener conto anche di quella psicosociale e, perciò, dell’economia, per cui proposte di esperti e decisioni politiche possono anche divergere. Insomma, è necessario rimboccarsi le maniche per salire di un gradino: discernimento e rigore anziché confusione; memoria, equilibrio e pazienza; sforzo di autocontrollo, adattamento e informazione anziché insofferenza.

Presso tanti scattano invece i purtroppo “normali” meccanismi di temporaneo ristabilimento dell’equilibrio psicologico tramite distorsioni, negazioni, esagerazioni, fino a testardaggine, ribellione, contrattacchi tramite fake news, che impediscono una visione possibilmente oggettiva e tranquillizzante, nella quale il bene comune è poi anche del singolo.

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