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No-vax... vintage

Circa un ventennio fa, sono venuto a contatto, molto sorpreso e per la prima volta, con la problematica no-vax; origini lontane nel tempo quindi. Nella scuola (media) dove insegnavo, un gruppo di colleghe/i aveva contestato una circolare del medico scolastico che invitava le allieve 12enni a volersi vaccinare contro il virus del papilloma umano (Hpv). Questo virus causa, a livello mondiale, il 4,5 per cento di tutti i tumori. Si discusse la problematica in un plenum durante il quale gli scettici al vaccino sottoposero il medico a un fuoco di sbarramento: secondo loro i costi erano certi (si parlava di decessi/autismo), mentre i benefici erano tutti da dimostrare. Ebbene, voglio qui ora informare i miei ex colleghi che, dopo 20 anni di utilizzo e oltre 270 milioni di dosi somministrate, gli unici effetti collaterali osservati sono delle innocue reazioni cutanee nel punto d’iniezione. Nessun caso di autismo né di decesso. Secondo studi pubblicati dalla rivista “The Lancet” è poi dimostrato che una diffusione capillare e adeguata della copertura vaccinale, intorno al 90% della popolazione target, è in grado di eliminare definitivamente il tumore cervicale entro il 2040. Nel frattempo, dopo quel famoso plenum dei docenti, il vaccino (3 dosi) ha già salvato milioni di vite.

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