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Covid: ma quale libertà?

16 settembre 2021
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Sfatiamo un malinteso: i non vaccinati, salvo magari eccezioni, sono d’accordo che la libertà di ognuno non può essere assoluta se danneggia la vita e la salute di altri. Quello che viene scandito nelle manifestazioni è una richiesta di libertà nella scelta di vaccinarsi o no. Questo è assolutamente lecito perché non è dimostrato scientificamente che la vaccinazione sia innocua ed efficace per limitare questa pandemia o la sua gravità. Fior fiore di ricercatori e scienziati rinomati esprimono dubbi e critiche, giustificati dalle conoscenze attuali. Cito per es. il prof. Christian Vélot, vedi su YouTube “tecnologie del vaccino”. Ve ne sono molti altri per chi vuol veramente informarsi, che non sono citati o intervistati dai canali d’informazione ufficiali, anche in Svizzera c’è evidentemente una forma di censura.
Viene da chiedersi come sia possibile, e il pensiero corre alle denunce già nel passato di conflitti d’interesse tra le farmaceutiche, i ricercatori e persone in posizioni altolocate; con gli altri che seguono acriticamente con fiducia mal riposta o beata ignoranza, permettendosi di trattare con arroganza e aggressività chi s’informa in modo approfondito e non aderisce passivamente al diktat. Non dimentichiamoci poi che queste “vaccinazioni” sono una terapia genica ancora in fase sperimentale: normalmente le persone per questo sono volontarie e pagate, ed eventuali conseguenze sono assunte finanziariamente dalle ditte produttrici. Ciò non è il caso ora e in una società democratica dovrebbe essere proibito costringere tutti a essere cavie contro la loro volontà, questa è una limitazione abusiva della libertà!

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