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Una questione non solo europea

L’approfondimento tratta in maniera distinta due fenomeni legati all’immigrazione: quello dell’immigrazione illegale e quello delle politiche di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati. La consapevolezza dei fattori che concorrono a far sì che le persone decidano di spostarsi, infatti, potrebbe portare all’elaborazione di politiche di cooperazione con i Paesi di origine e di transito, volte ad avere non solo un impatto sul blocco degli arrivi in Europa, ma anche degli effetti positivi sulle cause stesse dell’emigrazione, producendo nel lungo periodo una situazione che possa essere vantaggiosa per tutti gli attori in gioco. L’immigrazione, sia dei cosiddetti migranti economici che dei rifugiati e dei richiedenti asilo, rappresenta oggigiorno una sfida non soltanto per i governi europei. Al contrario, gli stessi Paesi di origine e transito sono coinvolti in prima persona nella gestione di un fenomeno che assume sempre di più le caratteristiche di una questione di portata internazionale. Se, da un lato, i Paesi europei – soprattutto quelli che per la loro posizione geografica sono maggiormente esposti all’immigrazione tramite la rotta mediterranea: Italia, Spagna, Grecia e Malta – rivendicano una maggiore partecipazione degli altri Stati membri dell’Ue nella soluzione di quella che viene percepita come una crisi, dall’altro lato i governi della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo si trovano ad affrontare problemi di gestione degli immigrati e dei rifugiati di portata ben più grande. Paesi come la Turchia, la Giordana e il Libano ospitano centinaia di migliaia di rifugiati siriani e, senza un adeguato sostegno da parte della comunità internazionale, rischiano di veder precipitare la situazione di sicurezza all’interno delle rispettive società, che mostrano segnali sempre più intransigenti verso la presenza di un così alto numero di rifugiati nel loro territorio. Il sostegno che tali Paesi si aspettano dalle organizzazioni internazionali si somma agli sforzi che le istituzioni europee in primis dovrebbero mettere in campo con l’obiettivo di far sì che le condizioni degli immigrati lungo la rotta che dall’Africa Subsahariana porta verso il Mediterraneo possano essere migliori. Dal momento che sia nei Paesi di origine sia in quelli di transito si verificano spesso episodi di violenza e di negazione dei diritti umani, è interesse degli stessi governi europei che anche i Paesi nordafricani riescano a gestire in maniera migliore i flussi migratori. In tal modo, la stessa cooperazione da parte di questi governi potrebbe diventare una risorsa in più per l’Europa. Nell’approntare una nuova e più efficace politica di cooperazione con questi Paesi, occorre considerare anche le priorità di tali partner e adottare un approccio che possa essere al tempo stesso regionale, ma anche basato sulle peculiarità e gli interessi politici ed economici di ogni singolo attore.

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