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Pinacoteca: un passo avanti e due indietro?

Nei giorni scorsi, autorevoli voci della cultura si sono levate a difesa della Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate. Ultimi in ordine di tempo l’arch. Mario Botta e lo storico Andrea Ghiringhelli. La Pinacoteca Züst è il principale polo di studio per l’arte antica del nostro territorio e dispone di un notevole patrimonio culturale, in particolare opere di artisti attivi sul territorio ticinese dal XVII al XIX secolo. La Pinacoteca Züst è inoltre un museo d’arte dinamico e attivo, grazie alla frequente proposta di mostre temporanee di grande qualità e spesso di interesse internazionale. Nei prossimi anni la Pinacoteca Züst riceverà il tanto desiderato ampliamento, che dovrebbe terminare nel 2027 e che dovrebbe consentire un pieno accesso anche alle persone con disabilità (tema sollevato già nel 2016 con una mozione di Maurizio Agustoni). Eppure, sorprendentemente, il Decs sembra intenzionato a ridimensionare il ruolo e l’importanza della Pinacoteca Züst. Lo scorso 2 dicembre è in effetti stato pubblicato il bando di concorso per la sostituzione dell’attuale direttrice, che andrà in pensione nel febbraio 2024. L’idea di aprire un concorso un anno e mezzo prima del dovuto è già di per sé curiosa, soprattutto se si pensa che tra qualche mese il Decs cambierà timoniere. Ancora più curioso è che il Decs progetti di sostituire l’attuale direttrice con un "curatore/curatrice" (al 50%). Questa scelta, peraltro trascurabile a livello finanziario, è preoccupante perché rischia di declassare il ruolo che la nuova persona andrà a ricoprire, ma soprattutto è un segnale in controtendenza con il sostegno che la regione ha sempre dimostrato per la "sua" Pinacoteca. Per questo motivo, durante l’ultima sessione di Gran Consiglio, ho interrogato il Consigliere di Stato Manuele Bertoli sul significato di questa scelta. Il Consigliere di Stato mi ha risposto che a lui era stato detto che sarebbe stato pubblicato un concorso anche come "direttore/direttrice". Fatto sta che il bando è stato pubblicato così e, a mia esplicita richiesta, non è intenzione del Decs di rettificarlo/correggerlo (nonostante tutto il tempo). Anche le parole di qualche giorno fa su queste colonne da parte della direttrice della Divisione della cultura e degli studi universitari non hanno saputo convincermi pienamente. Il mio auspicio è che in futuro possa essere corretto il tiro. Sarebbe in effetti un segnale estremamente negativo se, dopo gli importanti (e doverosi) investimenti previsti, si volesse limitare l’autonomia della nuova direzione per motivi ai più incomprensibili. Evitiamo, soprattutto in ambito culturale, di fare un passo avanti e due indietro.

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