I dibattiti

Liberi e Svizzeri al servizio di Putin

Quante divisioni ha Massimiliano Ay? Potremmo liquidare così, alla Stalin ("Quante divisioni ha il Papa?"), il sostegno del conducator del "Pc de’ noantri" all’iniziativa dell’Udc "per la salvaguardia della neutralità svizzera" (La Regione 29.12.22).

"Siamo sia internazionalisti sia patrioti", dice il nostro. Una maschera pietosa dietro cui nascondere la sua accondiscendenza, totale e paradossale, alla brutale violazione della sovranità nazionale dell’Ucraina e alla distruzione di quel popolo e di quel Paese che la Russia di Putin vuole riportare all’età della pietra se non si piega alla sua volontà. Una maschera, quella di patriota, per nobilitare la sua opposizione cinica alle sanzioni adottate anche dalla Svizzera nei confronti della plutocrazia criminale insediata al Cremlino.

Non maschera invece il suo disprezzo verso la sinistra solidale con la resistenza ucraina, una sinistra da denazificare perché sarebbe pronta ad "andare in piazza col Battaglione Azov". Non una parola, invece, sulle atrocità dei mercenari del "Gruppo Wagner" che, al servizio di Putin, conducono in Ucraina gli avanzi di galera reclutati nelle prigioni siberiane e conferiscono loro licenza di assassinare, torturare e stuprare qualsiasi patriota ucraino (militare o civile) che si oppone all’invasione. Non solo: questi mercenari, che non per caso prendono il nome dal compositore preferito di Hitler, si dedicano pure a uccidere le loro proprie reclute che si rifiutano di andare in prima linea come carne da cannone. Con i mercenari assassini sarebbe legittimo andare in piazza, compagno Max (senza r)? E magari protestare per l’invio dei Patriot (ironia dei nomi…) all’Ucraina, ma non per i missili sparati a centinaia ogni giorno sulle sue città per sterminarne gli abitanti per fame e freddo?

Ma il nostro comunista (?) patriota (?) non è neppure imbarazzato dall’opportunismo vergognoso del testo dell’iniziativa Udc-Pc. La Svizzera deve evitare persino di sostenere "misure coercitive non militari nei confronti di Stati belligeranti" (leggi: sanzioni economiche e diplomatiche). Naturalmente "La Svizzera non aderisce ad alleanze militari o difensive". Però, e come no, "è fatta salva una collaborazione con tali alleanze in caso di aggressione militare diretta contro la Svizzera o in caso di atti preparatori in vista di una simile aggressione". Capito? Lasciamo crepare gli altri aggrediti (Ognuno per sé e Dio per tutti), ma se rischiamo qualcosa anche noi (bastano "atti preparatori"), allora ben vengano tali alleanze: e chi se non la Nato, visto il collocamento della Svizzera in Europa?

Questo sarebbe il "nuovo internazionalismo" del Pc ticinese e della sua guida suprema. Cui però non sarebbe dispiaciuta un’alleanza elettorale per le Cantonali con l’odiata sinistra "che deve per forza essere "liberal", spocchiosa ed europeista e andare in piazza con il Battaglione Azov". Per fortuna Ps e Verdi non ne hanno voluto sapere. E, spero, non ne vorranno sapere neppure per le Federali e le Comunali. Il Pc può sempre provarci, oltre che con il Pop, con la Mirante euroscettica che difende i lavoratori sgravando fiscalmente i loro padroni. Non ha molte alternative, a meno di passare direttamente nel campo dei "Freiheitstrychler"…

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