I dibattiti

Premi 2024: non rimaniamo con le mani in mano

A fine settembre veniva annunciato l’aumento medio dei premi dell’assicurazione malattia per l’anno 2023: +6,6% a livello svizzero e +9,2% a livello ticinese. Poco più di un mese dopo questo annuncio non è l’ora di abbassare la guardia, ma piuttosto di chinarsi sulle misure da attuare per evitare di dovere fare fronte di nuovo ad uno scenario simile l’anno prossimo. Visto che per legge i premi devono riflettere i costi cantonali, se vogliamo a lungo andare frenare l’aumento dei premi non c’è altra via se non quella di attuare riforme incisive, di cui si parla da troppi anni.

Una delle voci di costo dove è necessario intervenire sono i farmaci, una delle prime categorie di costo nella LAMal (quasi un quarto della spesa totale, che si attesta attorno ai 36 miliardi di franchi all’anno). Tra il mese di ottobre 2021 e il mese di settembre 2022, la spesa legata ai farmaci nell’assicurazione di base ha raggiunto gli 8,1 miliardi di franchi, ossia 480 milioni in più in un solo anno. È risaputo che la Svizzera è uno dei paesi con i farmaci più cari al mondo. Basti pensare che il farmaco Ibuprofen costa 4 volte di più rispetto alla Danimarca e i generici e i biosimilari in media il doppio rispetto all’estero. La necessità di agire su questo fronte è evidente. Che soluzioni esistono per uscire dallo stallo attuale? È fondamentale trovare risposte che permettano di diminuire la spesa dei farmaci senza mettere in pericolo l’approvigionamento.

La prima misura centrale è aumentare la quota di generici e di biosimilari. La Svizzera è infatti uno dei paesi dell’OCSE con la quota più bassa di generici (meno di un quarto). Uno dei problemi principali è che esistono pochi incentivi a dispensare questi farmaci. Visto che i margini per i farmacisti sono attualmente fortemente proporzionali al prezzo di fabbrica del farmaco, risulta più interessante vendere un originale – più caro – piuttosto che proporre al paziente un’alternativa meno cara, un generico o un biosimilare. Durante il mese di settembre curafutura, FMH, H+ e pharmasuisse si sono accordati su una soluzione che andrà a diminuire questi falsi incentivi, risparmiando così, sul medio termine, centinaia di milioni di franchi. L’auspicio è che il DFI attui questa riforma al più presto. È altresì importante sensibilizzare gli assicurati per fare in modo che questi chiedano automaticamente il generico o il biosimilare, contribuendo così a frenare l’aumento dei costi.

Un secondo punto sul quale è importante avanzare è la spesa legata ai nuovi farmaci, che possono essere molto performanti, ma pure molto costosi. La rapida disponibilità di farmaci innovativi è in sé un’ottima notizia in quanto il progresso medico rappresenta un importante beneficio per gli assicurati. Ma questo progresso ha delle conseguenze sulla spesa sanitaria. Nell’assicurazione di base meno del 2% dei farmaci sono responsabili per 20% della spesa totale e per 40% del suo aumento. Per questo motivo curafutura propone da tempo di rivedere il prezzo dei farmaci in funzione del volume d’affari registrato. Uno studio realizzato nel 2020 ha rilevato che tale misura permetterebbe di risparmiare 242 milioni Chf, e questo solo per i 20 farmaci che corrispondono alla spesa maggiore nell’assicurazione di base.

Mancano poco più di 10 mesi all’annuncio dei premi 2024. L’auspicio di curafutura è che la politica non rimanga con le mani in mano ma che attui finalmente delle riforme di cui si parla da troppo tempo. Anche nel settore dei farmaci, dove la necessità di agire è chiara.

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