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Iva: una tassa sociale?

Il disavanzo nelle casse dell’Avs è un’araba fenicia che regolarmente torna a veleggiare quando si parla del sistema pensionistico elvetico: gode di ottima salute secondo alcuni; è lì lì per precipitare nel baratro stando alla controparte. Saremo chiamati alle urne un’altra volta, dopo due secchi "no" ad altrettante proposte di riforma, il prossimo 25 settembre. Mentre sembra incredibile che la maggioranza delle donne, stando ai sondaggi, accetti di lavorare un anno in più, ecco che una campagna piuttosto sciapa si illumina col peana a favore del sì alla riforma del presidente Plr di Lugano. Scrive Paolo Morel (CdT di mercoledì 21.9): "È considerato un aumento dell’Iva, una misura che potrei definire sociale. Un aumento percentuale dell’Iva fa sì che ognuno indirettamente contribuirà in funzione del proprio potere d’acquisto". Ohibò! Ma un aumento di qualche punto percentuale dell’Iva produrrà lo stesso effetto nelle tasche di un milionario e in quelle di uno stipendiato? La stessa tassa uguale per tutti all’acquisto di un prodotto si può davvero definire "sociale"?

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