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La lampadina che consuma meno è quella spenta

Tra le leggi della natura, spesso bistrattate, c’è sicuramente anche l’alternanza tra luce e buio che si esplica con modalità diverse a seconda della latitudine, ma sempre in modo equo. La rottura di questo equilibrio costituisce l’inquinamento luminoso che, tra i vari inquinamenti (dell’aria, del suolo, dell’acqua…) con cui siamo confrontati, è certamente quello meno considerato e talvolta un po’ snobbato.

Nel nostro cantone, dopo la pubblicazione nel 2007 delle "Linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso", non si sono fatti altri progressi significativi. In particolare si è evitato di promulgare (come richiesto in una mia mozione del 2006) precise normative dirette a Comuni, aziende e privati. Soprattutto i Comuni si sono mossi in ordine sparso, dai pochi che hanno emanato specifici regolamenti, a quelli che non hanno fatto nulla o si sono limitati a generiche raccomandazioni.

Ora il tema sta tornando di attualità complice la possibile e probabile penuria di energia paventata per il prossimo inverno. Molto opportuno quindi il recente atto parlamentare del deputato Fabrizio Garbani Nerini con cui viene posta al Consiglio di Stato una serie di domande puntuali su sprechi energetici e inquinamento luminoso.

La relazione tra consumi dovuti all’illuminazione esterna e inquinamento luminoso merita però qualche precisazione. Infatti, se è vero che spegnendo una fonte luminosa si risparmia energia, non è sempre vero il contrario, cioè che il solo risparmio energetico consenta una riduzione dell’inquinamento luminoso. Infatti oggi, con la tecnologia Led, è possibile illuminare di più consumando meno e di questo apparente paradosso ne approfittano in molti sia nel pubblico che nel privato. E allora mi permetto un piccolo suggerimento per la prossima stagione invernale, quella in cui, secondo le leggi della natura, dovrebbe prevalere l’oscurità. Ci vorrebbe un’ordinanza cantonale che imponga una rinuncia alle troppe luminarie che nel periodo natalizio ingombrano le nostre strade, dentro e fuori l’abitato. Ciò comporterà un certo risparmio energetico, non certo decisivo ma nemmeno trascurabile, ma di sicuro un sensibile calo dell’inquinamento luminoso. E se non vedremo le stelle artificiali appese pochi metri sopra la nostra testa, potremo ammirare meglio quelle vere distanti anni luce e, con un po’ di fortuna, scorgere anche la mitica Via Lattea che, alle basse quote, è ormai data per dispersa.

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