I dibattiti

Lugano, Luca Cattaneo: ‘Non è una questione di cadreghe’

Il consigliere comunale Plr risponde alle dichiarazioni di Andrea Censi in merito alla mozione “30 bastano!”

Luca Cattaneo, consigliere comunale Plr di Lugano (Ti-Press)

Lo scorso martedì 8 febbraio, la quasi totalità del Consiglio comunale della Città di Lugano ha respinto (senza alcun voto favorevole) la mozione che chiedeva di ridurre il numero dei Consiglieri comunali dagli attuali 60 a 30. Oltre al voto negativo del legislativo, la mozione non ha trovato in via preliminare né l’appoggio del Municipio, né tanto meno della Commissione chiamata a esaminarla (nemmeno gli esponenti del Movimento del mozionante hanno preavvisato favorevolmente la richiesta).

Lasciato letteralmente solo anche dal suo stesso partito, il giorno prima del voto del Consiglio comunale, su queste colonne, Andrea Censi ha ritenuto di dover difendere la propria mozione invocando il solito e ridondante slogan delle “cadreghe”, affermando pretestuosamente che le Consigliere e i Consiglieri comunali di Lugano avrebbero deciso di rigettare la proposta – si cita – per “paura di perdere il cadreghino”. Tralasciando l’infelice e inutile provocazione del mozionante (anch’egli titolare, oltre a quello in Gran Consiglio, di un “cadreghino” in quello che lui definisce essere il “parlamentino comunale” in cui – a detta sua – regnerebbe “una certa impreparazione”), il suo atto parlamentare ha perlomeno avuto il pregio di porre – fors’anche involontariamente – due quesiti di fondo con riguardo alla politica comunale e, più nello specifico, alla composizione del legislativo del comune più popoloso del cantone.

Con ogni evidenza, una drastica riduzione del suo organico avrebbe in primo luogo l’inevitabile conseguenza di professionalizzare la figura del Consigliere comunale, intaccando di riflesso il grande valore aggiunto che il nostro sistema di milizia mette a disposizione dell’amministrazione della Cosa pubblica. Checché ne dica il mozionante, il Consiglio comunale non funge infatti solamente da mero organo di ratifica dell’operato del Municipio, ma costituisce pur sempre la voce istituzionale della cittadinanza e potrà espletare la propria funzione in un modo o piuttosto in un altro in base al numero dei propri membri. A fronte di compiti (propri o delegati) attribuiti ai Comuni che continuano a crescere, una modifica verso il basso del numero dei Consiglieri comunali avrebbe in buona sostanza quale unica conseguenza quella di incrementare l’aggravio sul singolo rappresentante, facendo così desistere molti cittadini dal mettersi a disposizione per una carica pubblica.

Non di minore incidenza, in caso di dimezzamento del suo organico, è in secondo luogo il pericolo che il legislativo cittadino venga privato di un’equa (e minima) rappresentanza al suo interno dei singoli quartieri che compongono il Comune di Lugano. Se oggi, su 60 membri, 3 (e non 4, come asserito dal “(im)preparato” mozionante nella propria intervista del 7 febbraio 2022) provengono dal quartiere di Carona, un Consiglio comunale composto da soli 30 membri escluderebbe con la quasi certezza alcuni dei 21 quartieri dall’attività politica cittadina, ciò che sicuramente non è nell’interesse di un sano e compiuto dibattito politico. Senso civico e responsabilità sono gli elementi che hanno portato il Consiglio comunale a respingere coscienziosamente e in modo compatto la mozione dell’on. Censi. Altro che “cadreghe”.

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