I dibattiti

Ciass, Paris?

La tentazione chiassese della ‘grandeur’ e la necessità dei politici di stare coi piedi per terra

Marco Ferrazzini
14 gennaio 2022
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“Ho un sogno: il torrente Faloppia come la Senna a Parigi”. Con queste parole il Sindaco di Chiasso ha battezzato uno studio di rinaturazione e di trasformazione del fiume cittadino nel corso della cerimonia ufficiale di inizio anno. Ahi, ahi, qui siamo di fronte a un vizio antico. Già all’inizio degli scorsi anni 80 un noto politico chiassese, liberale e vicesindaco, affermò in una pubblica riunione: “Quel che Parigi offre, Chiasso regala”. Solo che, pochi anni dopo, i consiglieri comunali furono chiamati a votare sorpassi milionari di spesa (centro sportivo di Seseglio, la Perfetta, e via edificando) dovuti alla spericolata “grandeur” proprio di quel politico vagheggiatore dei fasti di Versailles.

Rimanga quindi coi piedi per terra il nostro Sindaco e se c’è da rinaturare lo si faccia “cum grano salis”. Anche perché tra sogni parigini e avveniristiche autostrade nella pancia del Penz si finisce per perdere il senso della realtà e la giusta misura delle preoccupazioni dei cittadini. E se proprio si vuole cercare una correlazione con fiumi esotici, ci si limiti alla vicina Olona. Le brughiere e le osterie del Varesotto si confanno meglio alla nostra identità (ambientale e culturale) che non i Campi Elisi e il Moulin Rouge.

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