I dibattiti

Camere singole nelle case anziani: la competenza è cantonale

Bellinzona, il capodicastero replica al Movimento per il socialismo: ‘Proposta lodevole e condivisibile, ma non attuabile’

Giorgio Soldini, capodicastero Anziani e ambiente
(Ti-Press)

Letto l’articolo pubblicato sulla ‘Regione’ il 24 settembre e intitolato “Se la proposta arriva da noi” – articolo che riassume un comunicato stampa inviato alla redazione dal coordinatore del Movimento per il socialismo, Giuseppe Sergi, intervenuto in Consiglio comunale il 21 settembre durante il dibattito sulla mozione Mps che chiedeva d’inserire l’obbligo dello standard delle camere singole nelle case anziani gestite dalla Città di Bellinzona – chiarisco quanto segue.

Nel mio intervento in Cc, in replica a Sergi, così mi esprimevo: 1) o il mozionante non capisce oppure non vuol capire; 2) la modifica, come correttamente fatto rilevare nel rapporto della Commissione Edilizia (avevo pure letto lo stralcio del passaggio del rapporto), non è di competenza del Comune e del Legislativo bensì del Cantone; avevo inoltre precisato che se il Cc avesse voluto modificare il dispositivo della mozione era libero di farlo; 3) durante la discussione ho poi fatto notare a Sergi che la proposta, seppur lodevole e condivisibile anche da parte mia (era già stata pensata più volte dalla Direzione amministrativa delle Case per anziani e dallo stesso Municipio) non era attuabile poiché coscienti che eventuali modifiche di questo tipo soggiacciono ai sensi della Legge sanitaria, nel senso che le strutture sanitarie sono sottoposte alla vigilanza e al monitoraggio del Cantone e per operare devono ottenere un’autorizzazione dopo aver soddisfatto precisi criteri. Ricordavo infine che lo stesso Cantone fonda il suo contributo (una tantum) alla costruzione delle case per anziani in base alla pianificazione cantonale e quindi al numero dei posti letto necessari.

Rammentavo per concludere che se in passato il Cantone aveva stanziato un contributo, in rapporto a 80 posti letto, e ora si vogliono modificare le camere riducendole di 10 unità, c’è perlomeno da chiedersi: a) è ancora giustificato il precedente contributo versato dal Cantone? b) a quanto ammonterebbero i costi a carico del Comune in caso di un’eventuale ristrutturazione, ammesso che la stessa sia attualmente sostenibile? Ma a questo interrogativo Sergi ha risposto: “È un altro problema”.

Orbene, alla luce di quanto precede, contrariamente a quanto affermato da Sergi e dall’Mps (ma questo non è una novità), gli stessi dovrebbero comprendere che le decisioni prese non dipendono da chi “porta avanti certe proposte” ma piuttosto di saper riconoscere, rispettare e soprattutto accettare le procedure imposte dalla legge. “Legibus similiter omne hominum genus tenetur”.

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