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Sì, lo voglio!

Domenica si voterà sul matrimonio per tutti, che consentirebbe alle coppie omosessuali l’accesso al matrimonio civile e, alle coppie lesbiche sposate, alla medicina della procreazione. I contrari sostengono che il matrimonio è un atto giuridico riservato a coppie eterosessuali, e temono che la famiglia tradizionale venga minacciata. In Svizzera esistono già realtà famigliari differenti (famiglie arcobaleno, monoparentali, ricomposte, tradizionali…). Il diritto al matrimonio non intende demolire nuclei famigliari, ma garantire protezione giuridica alle coppie omosessuali e alle loro famiglie. Consentire il matrimonio ad alcune coppie, e negarlo ad altre, in base all’orientamento sessuale dei partner, non sarebbe conforme ad uno stato laico. L’unione domestica registrata non ha la valenza giuridica di un matrimonio civile. Quest’ultimo assicurerebbe: naturalizzazione agevolata, partecipazione agli acquisti e rendita vedovile. Che fa storcere il naso ai contrari, è l’accesso alla medicina della procreazione. In Svizzera le coppie eterosessuali sposate possono ricorrerne se non possono avere figli in via naturale. La procedura per coppie lesbiche ed eterosessuali sarebbe uguale, con la differenza che la donna in coppia eterosessuale ha un uomo come partner, mentre la donna in coppia lesbica ha una donna come partner. Alcuni sostengono che la figura mancante di un padre causerebbe problemi d’identità ai bambini. Questo è fuorviante; numerosi studi scientifici dimostrano che la salute psicologica dei bambini non dipende dall’orientamento sessuale dei genitori. Le libertà individuali sono alla base della Costituzione. Le leggi devono garantire la parità di diritti a tutte/i le/i sue/suoi cittadine/i, così come quello di sposarsi civilmente, eliminando una disparità di trattamento.

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