I dibattiti

Sciroppi, non c’è da essere tranquilli

È recente la sentenza del Tribunale amministrativo federale (TAF), che ha confermato l’obbligo di vendita solamente su prescrizione medica e in seguito a valutazione del farmacista di sciroppi per la tosse contenenti sostanze psicoattive.
Si tratta di prodotti quali il Makatussin (contenente codeina) e il Calmerphan (destrometorfano).

Anche se se ne parla poco o niente, è noto che tali sciroppi vengono usati soprattutto da giovani e purtroppo anche da adolescenti per trovare sballo, mescolati in quantità importanti con bevande zuccherate e spesso associati all’uso di alcol e/o fumo di hashish. Purtroppo questo tipo di cocktail e comportamenti irresponsabili verosimilmente provocati dalla voglia di evadere e di estraniarsi dalla realtà, associati nel tempo a gravi forme di dipendenza, sono risultati letali in più di un’occasione. Infatti, è recente cronaca quella di due o tre ragazzi che questa estate avrebbero perso la vita nel Luganese per un mix di sostanze contenente anche questi sciroppi (cfr. Servizio Patti Chiari del 26 marzo 2021).

Le case farmaceutiche hanno contestato la revisione legislativa del 2019, che impone la vendita di preparati alle condizioni citate in precedenza.  I rispettivi produttori rivendicavano addirittura che la vendita fosse consentita nelle drogherie. Comportamento non molto onorevole in considerazione del fatto che il fenomeno sopra descritto è noto da diversi anni e che vede principalmente coinvolti minorenni e giovani adulti. Dalle case farmaceutiche che fanno utili milionari ci si aspetterebbe un altro approccio a questo tipo di problematiche. 

Riteniamo importante il segnale voluto dare dal Taf, che riconosce l’uso di questi medicinali quali droghe ricreative e quindi agisce al fine di frenare questo fenomeno. La decisione del Taf è ancora impugnabile di fronte al Tribunale federale, che speriamo la confermi così da avere un primo strumento di lotta contro questo preoccupante fenomeno. 

La domanda da porsi è se quanto deciso dal Taf sia sufficiente. 

La risposta è negativa. 

Se si ha contatto con giovani, si può facilmente venire a conoscenza della diffusione di farmaci e psicofarmaci provenienti dall’estero nel mercato dello spaccio. Queste sostanze costano di meno delle droghe, sono facilmente reperibili e possono velocemente portare a effetti importanti di dipendenza e in alcuni casi, come già accaduto, avere esiti gravi o letali. 

A oggi sembrerebbe che la Polizia non riesca a intervenire in modo efficace per contrastare questa piaga o per renderla perlomeno più difficoltosa. Visto che dietro allo spaccio di medicamenti come droghe ricreative c’è una vera e propria organizzazione criminale, forse il problema a questo punto deve essere gestito a livello cantonale con il coordinamento dei magistrati che seguono le indagini in questo ambito. Noi auspichiamo di vedere presto dei miglioramenti e di non dover più assistere nostro malgrado in pieno centro a Lugano a certe scene, con macchine di grossa cilindrata che rallentano o si fermano alla pensilina degli autobus della Tpl per distribuire dai finestrini di tutto e di più, ma di certo non caramelle!

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