I dibattiti

Navigazione sul Verbano, occorre più libertà

Un confronto rispetto alle convenzioni per gli altri laghi internazionali Lemano e Costanza, più quella per il Reno

Confrontando le Convenzioni internazionali che disciplinano la navigazione nei laghi Lemano, Bodanico e sul fiume Reno con la Convenzione del 2 dicembre 1992 dei laghi Maggiore e di Lugano, quest’ultima è atipica, essendo la meno liberale tra tutte.

Infatti, sulla scorta di questa, la Confederazione svizzera, il 23 dicembre 2016, ha conferito due concessioni di utilizzo esclusivo: per il Lago di Lugano alla società privata Snl (Società di Navigazione del Lago di Lugano Sa di Lugano) e, per il bacino svizzero del Lago Maggiore, all’ente governativo Gestione Governativa Navigazione Laghi (Ggnl, di Arona-Milano-Roma) ad esclusione di qualsiasi altro concorrente, salvo un bisogno effettivo ed assenza di notevole concorrenza.

Queste concessioni scadranno il 23 dicembre 2026. Nonostante Ggnl sia stata ri-aggiudicataria della concessione e che la Convenzione del 1992 preveda che i servizi di linea sul bacino svizzero del Lago Maggiore siano assicurati da essa, lo specchio d’acqua svizzero del Lago Maggiore, per motivi sia endogeni che esogeni, purtroppo, per essa, da anni, non sembra più essere un mercato interessante e generatore di utili per il trasporto di persone o merci. Dopo la conferma del rinnovo della concessione nel 2016 per ulteriori 10 anni (la Convenzione in essere non lasciava alternative al governo italiano né a quello svizzero), sembra che da anni tale servizio rappresenti un onere finanziario che Ggnl preferibilmente non voglia più assumere.

Dopo la sottoscrizione il 31 maggio 2016 di un Memorandum di Intesa interministeriale, le due concessionarie, nel quadro di un neocostituito Consorzio dei laghi, hanno cercato di trovare soluzioni che permettano alla società privata svizzera Snl di gestire la navigazione anche sul bacino svizzero del lago Maggiore. I tentativi del Consorzio dei Laghi, per ora, per motivi diversi, non sembrano avere permesso di estendere o migliorare sostanzialmente l’offerta di trasporti lacustri sul bacino svizzero del lago da parte di Snl. Ciò, nonostante gli investimenti di quest’ultima. L’origine di tale difficoltà è verosimilmente riconducibile al monopolio convenzionale di base di Ggnl, suscettibile talvolta di limitare il margine di libertà d’iniziativa di Snl. Analogamente alle Convenzioni svizzere di navigazione in essere con i laghi internazionali Lemano e Costanza, oltre che a quella del fiume Reno, occorre rivedere la Convenzione del 23 dicembre 2016, adottando una soluzione di liberalizzazione parziale, togliendo il vincolo di reciproca concessione per il Lago di Lugano e il Lago Maggiore.

La competenza per la revisione della Convenzione in essere è federale, mentre il Cantone può comunque dire la sua. Il Lago Maggiore deve potersi ri-connettere e ri-animarsi, riprendendo un'attività vivace di trasporto di persone di linea locali ed internazionali, stagionali per indigeni e turisti oltre che – per quanto possibile – di merci, maggiormente vicine alle richieste dei commerci ed attività del territorio.

Vi è di più. Occorre che la Convenzione consideri anche le interazioni di navigazione per il trasporto di persone sull’idrovia connessa al Lago Maggiore, composta dal Ticino inferiore, i canali e Navigli lombardi parzialmente già navigabili e parzialmente ancora da ripristinare in direzione di Milano, il Po e Venezia, analogamente alla libertà di movimento prevista dalle Convenzioni sulla navigazione sul Reno e dei laghi Bodanico e Lemano, sebbene maggiormente improntata, nel caso del Lago Maggiore ed idrovia, al trasporto lento di persone quale esperienza salutare, storica ed emozionante di vita. Occorre cogliere ora l’occasione per reimpostare, riconoscere e liberare le potenzialità economiche di trasporto mediante navigazione interna anche internazionale di persone e – subordinatamente – nei limiti attuabili, di merci, sui laghi di Lugano e Maggiore e sull’idrovia Locarno-Milano-Venezia, riconoscendo il valore della struttura intrinseca e togliendoli dal loro stato di bella addormentata nel bosco.

Una liberalizzazione parziale della fruizione congiunta del Lago Maggiore e delle sue vie d’acqua, integrandovi la possibilità di tornare a rifrequentare ed animare la rete idroviaria che dal Lago Maggiore conduce a Milano e poi sull’Adriatico, a Venezia e Trieste, rappresenterebbe un’evoluzione che, da molto tempo, la macro-comunità culturale ed economica subalpina piemontese-lombardo-ticinese, con destino comune attorno al Lago Maggiore, placidamente, attende.

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