I dibattiti

Rete Due, l’isola che c’è

Sintonizzarsi oggi su Rete Due significa entrare in un mondo a parte, scrive l'architetto Diego Guidotti

Ti-Press
19 dicembre 2020
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Ho ascoltato e riascoltato con attenzione l’intervista al direttore Maurizio Canetta sulla riorganizzazione delle tre reti radiofoniche e sul destino dell’audio Rsi: vero tema di questa nuova controversia sorta con l’annuncio della riduzione del parlato al 10% alla Rete Due.

Come radioascoltatore di questa rete mi sento particolarmente rattristato per la ristrutturazione prevista. Non metto in dubbio che sia necessario pensare con continuità e riorganizzare la trasmissione della cultura in senso lato, una società in continua mutazione e le possibilità d’utilizzo di nuovi canali informativi (come le piattaforme digitali) sono fonti importanti per ampliare “la ricerca di una nuova organicità d’offerta”.

Quello che non comprendo però è perché si voglia abbandonare una “casa”, Rete Due, che da decenni è concentrata e impegnata nella promozione e nella trasmissione culturale di un territorio. Non è possibile promuovere questa nuova organicità rimanendo sotto lo stesso tetto? Perché accostare lo spazio culturale a quello sportivo? Perché questa condivisione che di fatto limita il tempo effettivo per un qualsiasi approfondimento in tempo reale? E poi… siamo sicuri che il potenziamento delle piattaforme digitali, quali veicoli di approfondimento dei temi trattati, non si trasformi in realtà in un’offerta per pochi interessati?

Il direttore ha chiesto fiducia, per sé e per i collaboratori intenti a elaborare questa nuova riorganizzazione! Ma forse quello che non è stato compreso e recepito da queste persone è il profondo senso d’identificazione e appartenenza che le tre reti radiofoniche (non solo Rete Due) hanno contribuito a formare in una comunità linguistica minoritaria come la nostra: un bene culturale che si sta ancora una volta intaccando per questioni puramente economiche.

Il cospicuo numero di persone che hanno firmato la petizione lanciata on-line e i numerosi interventi sui giornali sono la prova concreta ed evidente che una considerevole parte della popolazione non desidera veder sminuito il mandato pubblico della Rsi.

Sintonizzarsi oggi su Rete Due significa entrare in un mondo a parte, fatto di interviste, approfondimenti, recensioni, musica e tanto altro: uno spazio, un luogo mentale ben distinto. Non trasformatela in un’isola che non c’è.

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