I dibattiti

'Sto con chi vuole un comparto Valera agricolo'

Per centrare l'obiettivo tra pochi anni, però, occorre cercare il compromesso; anche dialogando con i proprietari privati

Sebastiano Gaffuri (Ti-Press)

Nel suo articolo 'La zona Valera ha gli occhi puntati' dell’11 novembre scorso, Daniela Carugati legittimamente si chiede da che parte sto. Dovrebbe saperlo, visto che il rapporto che stralcia il Polo di sviluppo economico (leggasi zona industriale) di Valera porta la mia firma di relatore. Considerato che un po’ faziosamente la giornalista lascia intendere che avrei problemi a venire allo scoperto, colgo l’occasione per dirlo pubblicamente. Forse si meraviglierà nel sapere che sto dalla parte di coloro che vogliono un comparto di Valera agricolo. Ma si meraviglierà ancor di più nel sapere che non sto con coloro che intendono delegare ai tribunali i destini di Valera, lasciando i cittadini del Mendrisiotto a bocca asciutta per un altro decennio.
Che in Svizzera il consenso e talvolta il compromesso sono le pietre angolari su cui costruire, l’ho cominciato a capire, citando il socialista Craxi, quando portavo i pantaloni alla zuava. Evidentemente il consenso, almeno in politica, non lo si forza, lo si costruisce fuori dalle aule di tribunale, faccia a faccia con gli interessati (tutti e non solo alcuni), attorno al tavolo del dialogo. Questo è ancora il miglior sistema per ottenere risultati concreti e tangibili nel breve-medio periodo. Altrimenti sono solo proclami e promesse, fallimenti annunciati o progetti che tutt'al più vedranno la luce tra decenni.
Immaginatevi se non ci fossero stati dialogo, compromessi e consenso attorno al dossier delle Officine di Bellinzona (100 milioni) oppure alla copertura dell’autostrada di Airolo (50 milioni). A quest’ora avremmo tanta carta nelle aule di tribunale e poca nei progetti. Invece no. I Comuni, il Cantone, la Confederazione e i soggetti privati coinvolti, ritenuta l’importanza per la cittadinanza, hanno lavorato per il compromesso e coltivato il consenso.
Mal si comprende dunque perché i cittadini del Mendrisiotto, che tanto credono nel progetto di Valera, non possano contare su un Consiglio di Stato, ma soprattutto un Dipartimento del territorio convinto nel voler concretizzare il progetto nel breve periodo e pertanto disponibile a dialogare con gli attori coinvolti (proprietari compresi).
La mia impressione, che purtroppo diviene sempre più una convinzione, è che taluni, anche tramite un uso spregiudicato della stampa, preferiscano mantenere alta la discussione attorno a Valera, elezione dopo elezione, mandato dopo mandato. Quasi che il Mendrisiotto non sia più terra di realizzazioni ma piuttosto terra di conquiste.
Non si tratta più di sapere da che parte si vuole stare, ma piuttosto se si vuole Valera verde tra pochi anni oppure tra decenni. Personalmente mi sono già dato la risposta.

***

Mi fa piacere venire a sapere dalle parole dello stesso deputato del Plr Sebastiano Gaffuri che è dalla parte di Valera (agricola). Bene, il comparto potrà contare così su alleati preziosi, a cominciare dai rappresentanti del Mendrisiotto nella Commissione ambiente, territorio ed energia del Gran consiglio, quando in parlamento il sostegno al Puc lo si misurerà alla prova del voto. Sebbene il 'venire allo scoperto' fosse riferito al co-relatore del rapporto, che, pur nella sua posizione, ha accettato di esprimersi - al pari giovedì del presidente Henrik Bang - in merito al progetto, se questo ha dato l'opportunità anche a lei, signor Gaffuri, di chiarire la sua posizione, ben venga. Significa che facciamo bene il nostro lavoro, suscitando il dibattito attorno a temi cruciali, in questo caso per il Distretto. Trasparenza e chiarezza vincono sempre. Quanto ai tempi di realizzazione del Puc, credo che tutti, io per prima, auspichino con forza che siano i più brevi possibile. Si è già atteso troppo. Alcune istanze giudiziarie, va detto, sin qui si sono espresse, e in modo nitido sullo stato pianificatorio dei terreni privati, e quindi sul loro valore. Legittimamente i proprietari sono insorti, di nuovo, contro la decisione, l'ultima, del Tribunale di espropriazione, allungando, va da sé, ancora i tempi. Un botta e risposta, del resto, che va avanti da un po'. Cercare il dialogo e costruire il consenso a vantaggio di un compromesso è sempre buona cosa, mi permetto di dire. Per raggiungere un punto di incontro, però, bisogna sempre essere in due.

Daniela Carugati

 

 

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