I dibattiti

Il Quartiere Officine non considera la Bellinzona esistente

‘Le scelta fatta non tiene conto di quanto ci sta attorno e di quanto si è già deciso di costruire attorno’

Il progetto scelto dalla commissione di esperti

Ho visitato con interesse la bella e curata presentazione delle visioni per il futuro ‘comparto officine Ffs’ di Bellinzona. Tanto si è discusso e ancor più si discuterà. Esprimo alcune brevi e personali riflessioni. A guardar bene, tutti i progetti presentati sono simili, per non dire uguali. Il progetto scelto colpisce per la dominanza del colore verde. Si addice molto di più alla realtà di Milano. La Cattedrale resta nascosta dai palazzi adiacenti, tutti da edificare, e dalla serie di quelli vetusti i quali, affacciandosi su via San Gottardo, precludono pure gli accessi alla Smart City. La chiamano così. Giardinetti grandi come campi da tennis vengono definiti ‘parchi’. Palazzotti spalmati su tutta l’area, con la presunzione che verranno riempiti dalle più disparate attività, oltre che da centinaia di nuovi appartamenti. E alla sera tutti sui tetti ad accudire gli orti per l’auto-sostentamento.

Mi sembrano criteri pianificatori dei tempi che furono, abbelliti da slogan. Auto-sostenibilità energetica e addirittura agricola. Il verde sui tetti non lo vede nessuno. E non serve a nessuno. Linee guida e parametri dati agli studi di architettura che hanno presentato i progetti sono chiari. Stile anni ’50. Cambiare? Edificare in verticale, più in alto, meno edifici?  I dati demografici e l’evidente ‘bolla immobiliare’ devono far riflettere e frenare queste speculazioni. Giovano unicamente ai grandi investitori, molto grandi, a scapito dei piccoli e medi proprietari e imprenditori locali. Servono consapevolezza della realtà e visione futura coerente, lungimirante e originale. E anche un po’ fantascientifica. Perché prendere esempio da Milano? Mai pensato a Singapore? Dubai?

Tutti vorrebbero i parchi con ruscelli e laghetti.  Questa grande occasione è da cogliere. Un colpo di spugna alle ideologie antiquate. Il comparto Ffs si presta ottimamente per avere una città verde, moderna e originale. Due grattacieli in un enorme parco con lago, piuttosto che trenta palazzotti circondati da giardinetti insignificanti e magari inaccessibili. Rifare il Pr, e allora? Che si rifaccia, per tutta la città. Ma dov'è il Masterplan della Città? Questo è il nocciolo della questione. Il futuro del comparto Ffs dev’essere considerato nel quadro del Masterplan cittadino, e non può essere giudicato se stante. L’idea proposta è di fare una città nella città, ma non siamo a Milano o a Berlino. Il sedime oggetto della progettazione è parte della città. Una piccola parte complementare, aggiuntiva e a sostegno della grande superficie esistente. Le valutazioni espresse non tengono conto di tutto quanto ci sta attorno. E di tutto quanto si è già deciso di costruire attorno. Questo è grave. Andiamo avanti a pasticciare? Comunque sia, il futuro Ospedale regionale previsto nel parco della Saleggina, l'ampliamento del Liceo, le nuove scuole elementari e medie, gli uffici governativi attualmente disseminati ovunque come gli uffici dell’amministrazione cittadina, o altro d'interesse pubblico, troverebbero finalmente la loro giusta collocazione. Ma no, qui fa più effetto la produzione verticale degli ortaggi.

La posta in gioco è alta, non sprechiamo le carte. Bisogna osare e proporre innovazioni originali. Altrimenti lasciamo le officine dove si trovano e basta. Forse è tardi, purtroppo.

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