I dibattiti

Città dell'energia: perché sono (più che) opportune

Necessario puntare verso una società a 2000 watt. L'ente pubblico deve dare l'esempio. Sperando che Gordola rimanga un caso isolato

È di questi giorni la notizia della decisione del Municipio di Gordola di non fare richiesta di ricertificazione a Città dell’energia. Al di là delle specificità del Comune di Gordola, spero tanto che questa scelta sia un caso isolato, perchè secondo me è utile che i Comuni siano Città dell’energia e proverò a spiegarne i motivi. 
Secondo me il futuro dipende da ognuno di noi; ogni cittadino consumatore può fare la sua parte, dare il proprio contributo per un mondo migliore. L’energia più ecologica è quella che non viene consumata, occorre dunque aumentare l’efficienza energetica e accrescere l’uso di fonti rinnovabili. La politica energetica è presente in ogni nostro atteggiamento e sta lì il punto di svolta verso uno sviluppo sostenibile, verso una futura società a misura d’uomo.

Credo sia necessario puntare verso una società a 2000 watt e l’ente pubblico, in questo caso i Comuni, possono e devono farsi promotori e dare l’esempio. Molti lo fanno anche grazie allo stimolo dato dalla certificazione a Città dell’energia, che porta i Comuni a prendere coscienza della loro situazione specifica e della grande potenzialità di riduzione dei consumi di energia e di accrescimento dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

Misure a tutto campo

L'elenco delle misure è lungo: dalla posa di pannelli fotovoltaici sugli stabili comunali, al passaggio ai veicoli elettrici del Comune; dalla posa di punti di ricarica per i cittadini, a una politica di riduzione e riciclaggio dei “rifiuti”; da un'educazione nelle scuole verso minori consumi, alla riduzione dei consumi energetici nell’illuminazione pubblica; da un’incentivazione dell’utilizzo di acqua di rubinetto sulle nostre tavole (anzichè quella nelle bottiglie di pet, con conseguente riduzione di traffico inutile di automezzi pesanti per il loro trasporto) alla promozione anche tramite i fondi FER del trasposto pubblico sussidiando gli abbonamenti ai cittadini; e poi la posa di pannelli fotovoltaici e del solare termico sugli stabili privati, solo per dirne alcuni.

Il cittadino consumatore può fare la sua parte in ogni suo comportamento quatidiano: parlo dell’acquisto di prodotti locali e di stagione, o della riduzione quando possibile dell’uso del mezzo privato per lo spostamento. Ma tutto ciò può essere favorito dall’ente pubblico. Un modo per farne prendere coscienza ai politici locali, municipali e consiglieri comunali, sono proprio le verifiche, i suggerimenti dati dagli operatori di Città dell’energia, che permettono di avere una visione della situazione locale e danno indicazioni sui possibili interventi volti a condurre i Comuni verso una società sostenibile, verso una società a 2000 watt.

Già nel lontano 2004, quando ero presidente dell’associazione delle consumatrici della Svizzera italiana (acsi) , per festeggiare il 30° anno di vita dell’associazione avevamo organizzato un pomeriggio di studio dal titolo “Energie sostenibili” in collaborazione con l’Agenda 21, il GruSSTI (allora gruppo di lavoro interdipartimentale Dfe, Dt, Dss per l’applicazione del concetto di sviluppo sostenibile in Ticino) e con l’Università Verde Ticinese. L’acsi ha sempre fatto e continua a fare un grande lavoro di informazione e formazione del cittadino in ambito energetico e ambientale in generale. Ma anche i Comuni, il Cantone e la Confederazione possono e devono fare la loro parte, e una grande opportunità di sensibilizzazione, di presa di coscienza e di proposte operative ai Comuni viene certamente dal lavoro di Città dell’Energia. Per questo, ripeto, mi auguro che la scelta del Comune di Gordola non venga replicata e rimanga, nel nostro cantone, un caso isolato.

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