Il dibattito

Non solo libera circolazione

Nessun salto nel buio, nessun timore della paura che ci vogliono incutere!

3 settembre 2020
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Leggo in continuazione ed ovunque che votando si all 'iniziativa contro la libera circolazione torneremo ad essere quella piccola isola ricca e felice che si supponeva essere nel passato. Fermo restando che, ahimè, il passato è e rimane passato, il tutto andrebbe ancora dimostrato non fosse che per alcune piccole realtà di un tempo che fu, come ad esempio il segreto bancario, e che oggi non lo sono più. I numeri dicono altre cose. Senza l'accesso al mercato europeo la nostra economia, in questo caso non mi riferisco necessariamente alla finanza, rischierebbe semplicemente un salto nel buio. Piccole e medio aziende, che hanno da sempre rappresentato il tessuto sano della nostra economia, non potendo più operare direttamente e liberamente sul primo mercato mondiale per importanza, rischierebbero semplicemente il collasso. Vero, si può ovviare a tutto, ad esempio aprendo succursali direttamente in uno degli stati UE, ma non credo che tutti abbiano la forza finanziaria per poterlo fare e anche se così fosse il mercato del lavoro interno ne risentirebbe: probabilmente parte delle attività, di conseguenza parte delle risorse umane, oggi presenti sul nostro territorio, verrebbero di fatto delocalizzate, sicuramente anche parte di quelle legate al settore commerciale, normalmente le meglio retribuite. Votando sì il 27 settembre all' iniziativa, contro la libera circolazione significherebbe altresì votare, volenti o nolenti, sì anche a quella clausola ghigliottina, che annullerebbe automaticamente tutti gli altri accordi dei Bilaterali 1. Nella migliore delle ipotesi non saremo noi i fautori del nostro destino, bensì l'UE stessa, lasciando agli Stati che la compongo l’onere della decisione ultima. Inoltre, mi sorprende leggere che ci penseranno importanti attori economici europei a fare pressione su i propri governi, sempre europei, affinché ciò non avvenga. Così fosse, ma non credo proprio, sarebbe ancora più paradossale ed umiliante. Non da ultimo, cadendo il presupposto della libera circolazione, si mettono a rischio anche gli accordi di Schengen, fondamentali non solo per la nostra sicurezza interna, ma anche per altri settori primari dell'economia, come quella del turismo, oltre a limitare la nostra stessa libertà di circolazione. Sicuramente qualcuno si ricorderà ancora delle lunghe code fatte alle dogane aeroportuali, e non solo, nel settore “cittadini extra UE”. È vero, potremmo provare la via bilaterale con ogni singolo Stato. Anche in questo caso, gli Stati maggiormente importanti per la nostra economia d'esportazione sono Germania, Italia e Francia. Purtroppo, sono anche quegli Stati confinanti che sicuramente non apprezzerebbero di buon grado la cancellazione unilaterale della libera circolazione, già solo per i toni conflittuali che stiamo adoperando in questa campagna nei loro confronti. Perciò nessun salto nel buio, nessun timore della paura che ci vogliono incutere, votiamo NO, convinti anche della nostra forza contrattuale affinchè qualsiasi forzatura o imposizione possa sempre essere discussa, anche a protezione del nostro mercato del lavoro.

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