Dibattito sul Plr

Il ritiro di Bixio Caprara dalla presidenza

Speriamo che non prenda piede l'insulsa tendenza alle co-presidenze o che si opti per co-coordinatori inevitabilmente destinati ad intendersi... come le campane e di Balerna...

30 giugno 2020
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Che dire del ritiro, seppure non del tutto imprevedibile, di Bixio Caprara dalla presidenza del Plrt? Personalmente l'ho conosciuto bene come deputato al Gran Consiglio. In tale veste egli è senza dubbio uno dei parlamentari più impegnati e diligenti: nel leggere i Messaggi e nel presentare osservazioni e atti parlamentari sempre documentati. Come membro della Gestione egli ha pure allestito numerosi Rapporti e preparato molti interventi a nome del Gruppo. Anche se non sono sempre stato d'accordo con lui (in particolare non condividendo le soluzioni da lui sostenute sulla pianificazione ospedaliera, o sull'ubicazione delle Officine FFS), Caprara è senz'altro un deputato esemplare, del quale, se un giorno dovesse lasciare il Legislativo, tutti avvertirebbero la mancanza. Più difficile mi è invece valutare la sua attività alla testa del partito, soprattutto perché è impossibile condensare in poche righe un giudizio su quattro anni di attività. Certo, guardando i risultati elettorali, non si può dire che egli abbia avuto particolari successi, a parte l'elezione di Ignazio Cassis in Consiglio federale, di cui è stato l'artefice principale. Per il resto, il secondo seggio in governo non è stato riconquistato, mentre è stato perso quello "storico" al Consiglio degli Stati e uno anche in Gran Consiglio. È vero che a Caprara si può rimproverare (come qualcuno ha fatto, anche con toni un po' "sopra le righe") l'accordo col Ppd per le elezioni federali dello scorso autunno, ma dare al solo presidente la colpa di una scelta avallata dal Comitato cantonale a grande maggioranza è perlomeno inappropriato. Al presidente uscente si potrà tutt'al più rimproverare di aver tardato troppo a sottoporre detta intesa alle istanze competenti e di aver cercato di sminuirne l'importanza, parlando ripetutamente di "accordo tecnico", quando la sua portata politica era evidente. Anche per le cantonali, lo slogan adottato (il nulladicente "facciamolo") è stato poco azzeccato. Non è però detto che con un altro presidente le cose sarebbero andate meglio. Forse i cattivi risultati sono stati determinati dal fatto che il partito stesso - vuoi per la denominazione, vuoi per altri motivi - ha un'immagine "vecchia", poco attrattiva per i giovani e i nuovi elettori. Ancora più difficile è fare ipotesi per la successione. Fermo restando che, per un minimo di prudenza, nomi è meglio non farne, mi sembra comunque lecito esprimere un timore: che anche nel Plr prenda piede l'insulsa tendenza alle co-presidenze, o - peggio ancora - che si opti per uno stuolo di "co-coordinatori", inevitabilmente destinati ad intendersi... come le campane e di Balerna. Sarebbe una ben triste fine per un partito che, pur con i suoi difetti, finora ha saputo evitare certe ridicolaggini.

 

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