il dibattito

C’è bisogno di sovranità alimentare

Nessuna viticoltrice, nessun viticoltore ha il cuore di buttare via il proprio prezioso prodotto, non chiediamogli di farlo!

La mozione del collega Lorenzo Jelmini per il settore vitivinicolo del 20 aprile è stata sottoscritta da destra a sinistra e ai verdi ma chiede a mio avviso qualcosa di antiecologico, antieconomico e assolutamente non sostenibile: “predisporre contributi a fondo perso per l’eliminazione di stock di vini bianchi e rossi attualmente in vasca o già in bottiglia.” È vero che stiamo parlando di una particolare derrata alimentare, di cui chiaramente non bisogna abusare, ma che equivale a calorie, a lavoro e non di meno a tanta passione dalla cura in vigneto all'abilità e alla precisione in cantina. In nessun modo deve andar sprecato il vino 2019! La mente si rivolge subito alle aberranti immagini del latte sparso sui campi e dei pomodori marci attaccati alle piante, un insulto a chi sa cosa vuol dire la fame, lo specchio di una società malata. Proprio una situazione di crisi come quella che abbiamo appena vissuto ci ha fatto riscoprire la solidarietà e l'importanza di un’agricoltura produttiva e decentralizzata. Le agricoltrici e gli agricoltori ticinesi meritano un riconoscimento. Perciò spero che nella prossima seduta di Granconsiglio potremo chinarci invece sull’iniziativa per la sovranità alimentare: che chiede di consumare prioritariamente il prodotto locale, ecologico e alla base di economie locali virtuose. Non si tratta di un tampone o un intervento puntuale ma permette di portare a lungo termine ad un sistema agroalimentare resiliente che permetta di meglio affrontare le sfide future. Il coronavirus ha infierito su non pochi nervi sensibili anche nel settore agricolo come la dipendenza strutturale da manodopera stagionale a basso costo estera; la precarietà di aziende agricole imperniate totalmente su una sola figura "l'imprenditore agricolo" senza un supporto nel caso quest'ultimo si dovesse ammalare; il dominio incontrastato della grande distribuzione rispetto ai mercati contadini, a cui non è stato riconosciuto lo stesso valore fondamentale nel fornire cibo alla popolazione. Nessuna viticoltrice, nessun viticoltore ha il cuore di buttare via il proprio prezioso prodotto, non chiediamogli di farlo! Lo stato acquisti in parte il vino da distribuire nelle strutture pubbliche e parapubbliche e attraverso il sistema di banco alimentare in collaborazione con le aziende agricole che io e il compagno Massimiliano Ay abbiamo inoltrato nella forma di una mozione per rispondere alla povertà crescente dei prossimi mesi.
 

 

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