Lugano

Donne, lavoro e pandemia, sempre la stessa storia…

La pandemia ha accentuato l’insieme delle discriminazioni e della violenza nei confronti delle donne.
Durante la pandemia le donne hanno continuato a svolgere senza sosta gran parte dei lavori essenziali: sia nell'approvvigionamento, sia nel settore socio-assistenziale e sanitario. Tutto ciò è diventato ben visibile, ma fondamentalmente senza essere valorizzato. Sia il personale infermieristico che le donne che lavorano nei supermercati hanno ricevuto solo un misero riconoscimento economico, e il lavoro di queste ultime continua a essere ritenuto poco importante; lo stesso vale anche per il personale di pulizia, indispensabile in questo periodo. Dall'altro lato sono state maggiormente le donne a perdere i loro posti di lavoro, spesso già precari, e solo in minima parte recuperati negli ultimi mesi.
La pandemia ha accentuato anche un altro aspetto del lavoro delle donne, il lavoro di cura e di quello non remunerato (63.1% svolto dalle donne), che, durante il periodo di lockdown primaverile, è andato a sovrapporsi al lavoro produttivo (svolto in parte attraverso la modalità del telelavoro); creando così una situazione di forte inconciliabilità e mettendo le donne ulteriormente sotto pressione. Senza naturalmente dimenticare l'aumento della violenza domestica, confermato anche dagli attori istituzionali cantonali.
È ora di reagire; anche le città, anche Lugano deve fare la sua parte: per questo proponiamo la creazione di un ufficio comunale contro le discriminazioni di genere che possa promuovere la lotta alla discriminazione e monitorare la situazione sia all’interno dell’amministrazione comunale che, più in generale, sul territorio comunale; unitamente allo sviluppo e al potenziamento di strutture pubbliche alle quali le donne si possano rivolgere per consulenza professionale, giuridica, sociale e psicologica.

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