Dib. elettorale

Una Bellinzona non convenzionale

Verso le elezioni comunali del 5 aprile

Ronny Bianchi (Ti-Press)
13 marzo 2020
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*Candidato al Municipio di Bellinzona nella lista Verdi/Forum alternativo/Ind.

Per anni su questo quotidiano ho cercato di spiegare l’economia adottando un approccio “non convenzionale”, che andasse oltre le spiegazioni tradizionali e scontate. Tanto per fare un esempio, ho più volte sottolineato come gli sgravi fiscali non avrebbero dato grandi risultati perché per le imprese ad essere determinanti sono le economie di scala esterne, che in Ticino sono carenti sotto diversi punti. L’insuccesso del progetto Copernico o la fine della Luxory Goods ne sono la dimostrazione.

Credo che lo stesso approccio possa essere adottato anche per la politica comunale. Prendiamo il caso dei tre castelli di Bellinzona, che non riescono ad essere valorizzati. Ora sembra che ci sia un nuovo progetto di rilancio turistico per i prossimi anni. Le intenzioni sono sicuramente oneste, ma non considerano diversi elementi. Il primo, prettamente economico, è che è inutile implementare strategie per attirare turisti se non ci sono le strutture per accoglierli per un periodo che vada oltre la giornata. E a Bellinzona queste strutture non ci sono o, perlomeno, sono insufficienti. Nel nuovo Comune c’è un solo piccolo albergo a 4 stelle e tre 3 stelle (e uno è sull’autostrada) per un totale forse 50-100 letti. È chiaro che con queste premesse, qualsiasi strategia per attirare nuovi turisti è perdente in partenza. Ma anche se la strategia dovesse riuscire e arrivassero degli imprenditori privati a costruire nuove strutture alberghiere, avrebbe veramente senso? Che valore ha attirare nuovi turisti? Il turismo ha indubbiamente un ruolo economico ma è decisamente sopravvalutato e soprattutto quello di massa ha più effetti negativi che positivi.

E allora perché non valorizzare i castelli per la popolazione locale, organizzando attività di vario genere (teatri, cinema, concerti, eventi aggregativi,..) che coinvolgano la popolazione locale (anche ticinese)? Un esempio banale ma, secondo me, significativo: sul prato interno do Castelgramde, durante la bella stagione ci sono 3-4 tavoli che sembrano messi lì a caso, senza un vero servizio, e quando c’è... con prezzi non proprio popolari. Basterebbe organizzare meglio quest’area e d’estate sarebbe decisamente più frequentata dalla popolazione locale, il tutto a costo quasi zero.

Spesso il turismo viene identificato come elemento centrale per la rivalutazione dei centri storici e per i commerci, ma ci sono altre soluzioni decisamente più interessanti. Un esempio potrebbe essere quello della moneta locale, spendibile solo all’interno del Comune e che promuova un’economa a km zero. Esempi di altre città che hanno
adottato strategie “non convenzionali” per rivalutare il centro città e i suoi commerci, sono presenti in diversi paesi europei.

Un altro esempio della necessità di un approccio diverso è quello delle piste ciclabili. Il Municipio ha effettivamente creato una vasta rete di piste ciclabili (c’è addirittura una cartina che le segnala) ma nella realtà non sono tali. Le piste ciclabili devono essere definite con dei concetti chiari: devono essere prioritarie rispetto alle auto, devono essere chiaramente demarcate e sicure. Ma soprattutto l’utilizzo della bicicletta per recarsi al lavora, a scuola, a fare lo spesa o per semplice svago (che su una distanza di 4-5 km è più veloce dell’auto) deve essere promossa con le opportune strategie.

Credo che utilizzando un approccio politico “non convenzionale”, Bellinzona potrebbe diventare una città modello, con un’economia ecosostenibile, a misura d’uomo e dove la popolazione è felice di viverci.

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