Dib. elettorale

'C'è voglia di festa dei fiori'

Kevin Pidò, candidato Lega-Udc per il Municipio di Locarno

13 marzo 2020
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Se è vero che non si può vivere nel passato, è anche vero che il passato insegna. Sono tanti i locarnesi che ricordano con nostalgia la Festa dei Fiori, il grande evento che dal 1952 fino al 1984 attirava in città turisti da tutta la Svizzera e dall'estero nonché migliaia di ticinesi e anche curiosi provenienti dalle provincie di Varese e di Verbania. Una manifestazione dedicata anche ai locarnesi e organizzata dai locarnesi. Centinaia di persone venivano coinvolte nella costruzione dei carri nel corso dell'anno, a partire dai giardinieri e dai professionisti della vivaistica. Questa manifestazione popolare, durante la quale venivano presentati balli tradizionali nei costumi popolari delle diverse valli del Ticino, durava 3 giorni e 3 notti; si potevano ammirare oltre 12mila fiori ed erano presenti mediamente 15mila persone. Il momento culminante della manifestazione era la sfilata della domenica. Grandi carri decorati sontuosamente sfilavano attraverso la Piazza Grande alternati alle majorettes, deliziando il pubblico con le loro coreografie al ritmo di musica.

Perché non riproporla, aggiornandola secondo i nuovi dettami del marketing turistico? Una domanda che alcuni cittadini si stanno ponendo in senso propositivo. Tra loro ci sono anche giardinieri e vivaisti, che con le loro competenze tengono altro un settore oggi come all'epoca (anzi di più visto lo sviluppo intercorso nel frattempo) importante per l'economia e il paesaggio locale. Una Festa dei Fiori del nuovo millennio consentirebbe di riportare in primo piano, promuovendole, le capacità delle aziende del verde. Una tradizione valorizzata dall'odierna Festa delle Camelie, che ha il merito di portare ogni anno a Locarno gli esperti mondiali di questo fiore. Una nuova Festa dei Fiori avrebbe in più il corteo, vera e propria calamita anche per la cittadinanza. Si potrebbero coinvolgere i vari gruppi di ballo e danza, tradizionale e moderna (quindi i giovani).

Sarebbe soprattutto il turismo a beneficiare di un evento di questo tipo, che diventerebbe l'appuntamento clou della primavera, periodo in cui il calendario ha ancora spazi vuoti. Un'apertura di stagione coi fiocchi, in un tripudio di colori, trasmesso (perché no?) in diretta in televisione. Una festa di popolo. In Ticino, dagli anni '80 in avanti si è puntato molto sulla cultura abbandonando quasi del tutto le tradizioni folcloristiche. Nessuno intende rimettere indietro l'orologio della storia. Ma alla cultura si può affiancare anche (riscoprendolo nella giusta misura!) il folclore. Dopotutto, oggi come all'epoca gli ospiti vengono sul lago in cerca di panorama (lago e giardini, pubblici e privati, villaggi montani), clima mite, gastronomia e "ticinesità". Andiamone fieri e mostriamo con un evento ad hoc questi nostri valori tutt'ora vivi e sentiti da un'ampia fascia di popolazione.    

 Kevin Pidò, candidato al Municipio e Consiglio Comunale di Locarno (Lega-udc/svp-indipendenti)

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