Estero

Tensione dopo scontri a Jenin: razzi da Gaza, raid di Israele

Dopo l’‘operazione antiterrorismo’ israeliana con 9 vittime palestinesi, nella notte la Jihad islamica attacca, Tel Aviv risponde con l’aviazione

(Keystone)
27 gennaio 2023
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Una notte di tensione, con razzi lanciati da Gaza nel Sud di Israele e attacchi in risposta dell’aviazione israeliana, ha fatto seguito agli scontri di Jenin in Cisgiordania, dove 9 palestinesi sono rimasti uccisi in un raid dell’esercito nell’ambito di "un’operazione antiterrorismo". In giornata tuttavia è tornata una calma vigile, visto che al momento – secondo analisti – sia Hamas che Israele non appaiono intenzionati a dare vita a un’ulteriore escalation.

La Jihad islamica ha rivendicato il lancio la notte passata di 7 razzi dall’enclave palestinese verso le zone ebraiche a ridosso della Striscia, dove erano appena risuonate le sirene di allarme mandando i residenti nei rifugi. La maggior parte dei razzi sono stati intercettati dal sistema di difesa antimissili Iron Dome e gli altri sono caduti in zone aperte. In risposta, l’aviazione israeliana ha colpito, a più riprese, obiettivi di Hamas (considerata responsabile di tutto quello che origina da Gaza) nella Striscia.

Tra questi, una "importante" base nel Nord e una struttura sotterranea per la costruzione dei razzi nel campo profughi di Maghazi, nella parte centrale di Gaza. "L’attacco – ha riferito l’esercito – porterà a un danno significativo agli sforzi di Hamas di costruire le sue armi". Il portavoce della Jihad Tarek a-Salmi da parte sua ha spiegato che si è trattato di un "avvertimento" destinato a Israele per chiarire che le fazioni armate di Gaza seguono da vicino gli sviluppi in Cisgiordania e a Gerusalemme.

"Gli abitanti di Jenin e Gerusalemme – ha avvertito riferendosi agli scontri armati con l’esercito israeliano nella città del Nord della Cisgiordania – sanno che possono confidare su una spada ben salda". E l’ala militare di Hamas, le Brigate Izz ad-Din al-Qassam, ha rivendicato di aver lanciato missili terra-aria e usato armi antiaeree contro gli aerei israeliani impegnati negli attacchi.

Il confronto notturno tuttavia non ha avuto strascichi durante la giornata mentre si temeva che le preghiere del venerdì sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme potessero portare a un esito ben diverso. Per questo la polizia israeliana si era schierata in forze per prevenire possibili disordini. Il ministro della Difesa Yoav Gallant aveva messo in guardia sostenendo che le forze di sicurezza israeliane hanno avuto l’ordine di "prepararsi all’azione con una varietà di misure offensive e obiettivi di alta qualità nel caso fosse necessario continuare ad agire".

Un monito ribadito dal premier Benjamin Netanyahu: "Mi impegno di fronte a voi quale primo ministro dell’unico Stato ebraico – ha detto per il Giorno della Memoria – che noi resteremo vigili, forti e non permetteremo mai che la Shoah si ripeta". "Ancora oggi – ha aggiunto – c’è chi, a giorni alterni, fa appello alla nostra distruzione. Noi però non ci faremo prendere dalla paura e non permetteremo a quei tiranni di intimidirci".

Su questa calma relativa ora toccherà agli Stati Uniti lavorare. Dopo le visite del capo della Cia William Burns e del Consigliere della Sicurezza nazionale Jake Sullivan, ad arrivare lunedì nella regione sarà Antony Blinken. Il segretario di Stato Usa vedrà sia Netanyahu sia il presidente palestinese Abu Mazen, che dopo i fatti di Jenin ha interrotto il vitale coordinamento di sicurezza con Israele.

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