l’invasione russa

Mosca risponde ai tank, missili ipersonici sull’Ucraina

Almeno 11 morti nei raid. Putin e Zelensky chiudono la porta ai colloqui

Una donna piange nella sua casa distrutta (Keystone)
26 gennaio 2023
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La risposta russa ai tank occidentali forniti a Kiev è una pioggia di attacchi contro il Paese che uccide 11 persone e provoca altrettanti feriti, anche con i temibili missili ipersonici Kinzhal di ultima generazione, il vero segnale che Mosca lancia ad America e Europa.

E mentre si discute sui tempi per l’arrivo dei carri armati a Kiev, si chiude ancora una volta la porta del dialogo tra il presidente ucraino Zelensky e lo zar Vladimir Putin, che escludono entrambi un colloquio per una soluzione diplomatica al conflitto. Perché la tensione è alle stelle e il Cremlino accusa l’Occidente di essere ormai direttamente coinvolto nel conflitto. La prova sono proprio i tank a Kiev, secondo il portavoce Dmitri Peskov.

Allarme aereo all’alba

Sin dalle prime ore della giornata ha risuonato l’allarme aereo in gran parte dell’Ucraina, comprese Kiev e Odessa, dopo che nella notte sono stati abbattuti 24 droni su tutto il Paese. Esplosioni si sono udite anche nella capitale, sulla quale l’antiaerea ha tirato giù 15 missili russi, secondo il capo dell’amministrazione militare della città Serhiy Popka.

In totale, 47 dei 55 missili lanciati sul Paese dalle forze di Mosca sono stati neutralizzati, ma non è bastato a evitare l’ennesima conta delle vittime: in totale, almeno 11 morti e altrettanti feriti, anche a Kherson, a Zaporizhizhia e Kiev. Ma gli obiettivi principali dei russi restano le infrastrutture vitali, nel 13esimo attacco missilistico e il 15esimo attacco di droni al sistema energetico del Paese, secondo Ukrenergo.


Palazzi distrutti a Hlevahka, nell4area di Kiev (Keystone)

In seguito ai raid, anche nella capitale è stata interrotta l’energia elettrica e due infrastrutture sono state colpite vicino a Odessa, dove i blackout potrebbero durare diversi giorni. I nuovi raid sono "l’ennesimo tentativo di un Paese terrorista di intimidirci" ma "ancora una volta è fallito, come presto accadrà per l’intera Russia", ha denunciato Zelensky. Ma il messaggio di Mosca è chiaro: non c’è alcuna tregua dalle bombe, mentre la fornitura dei tank Nato all’Ucraina non cambia lo status dell’operazione militare russa, secondo Peskov.

Leopard in arrivo a marzo/aprile

Sui carri armati occidentali arrivano intanto le prime prospettive sui tempi di consegna, dopo gli appelli di Kiev ad essere rapidi. La Germania prevede di inviare i suoi Leopard "alla fine di marzo o a inizio aprile", ha riferito il governo del cancelliere Olaf Scholz. Di fine marzo si parla anche per i Challenger 2 britannici, mentre la Polonia è convinta che consegnerà i tank "entro poche settimane", ha detto il viceministro della Difesa Wojciech Skurkiewicz. Gli Abrams statunitensi ci metteranno mesi ad arrivare in Ucraina, ma anche il Canada si aggiunge alla lista dei donatori, annunciando la fornitura di quattro Leopard "nelle prossime settimane".


I Leopard della discordia (Keystone)

Con i tank ormai assicurati, per Zelensky è il momento di parlare di caccia e missili a lungo raggio, promettendo in ogni caso di non voler "combattere sul territorio russo". Secondo il Financial Times, Lockheed Martin è pronta ad aumentare la produzione di F-16 nell’ambito delle discussioni preliminari sulla possibilità di fornire jet a Kiev. Il dibattito interno fra gli alleati dell’Ucraina sul tema è già in corso, secondo Politico, che cita conversazioni con più di sei funzionari militari e diplomatici occidentali. Ma se la trattativa sui tank è stata difficile, quella sui caccia si rivelerà probabilmente ancora più conflittuale, con Scholz che ieri ha già risposto picche. I caccia aprirebbero infatti un nuovo capitolo nella guerra, mentre Mosca parla di un Occidente direttamente coinvolto nelle ostilità già per l’invio dei tank. "Né la Francia né nessuno dei suoi partner è in guerra contro la Russia", ha risposto il ministero degli Esteri francese, mentre Parigi valuta una possibile fornitura di carri Leclerc a Kiev. Mandare i tank "nel quadro dell’esercizio della legittima difesa non rappresenta una co-belligeranza", è stato il commento del Quai d’Orsay. Di pace invece non parla quasi più nessuno.

Muro contro muro

Putin, ha fatto sapere il Cremlino, considera a questo punto impossibili colloqui con Zelensky, "che da molto tempo si preparava alla guerra". Della stessa idea è il leader ucraino: "Non sono interessato" a incontrare Putin per colloqui di pace, il capo di Stato russo "non è nessuno", vive in una "bolla informativa" e non sa cosa stia succedendo sul campo di battaglia, ha tagliato corto in un’intervista a Sky News.

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