Israele

Contro ‘chi rilancia la narrazione del nemico’

Il governo Netanyahu intende non concedere più fondi pubblici ai produttori di documentari critici sull’occupazione dei territori palestinesi

Bandiere in piazza
22 gennaio 2023
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Il Ministero della cultura del governo Netanyahu starebbe cercando di far restituire i fondi pubblici ai produttori di due documentari che mostrano criticamente l’occupazione israeliana dei territori palestinesi, uno dei quali mostra anche l’arresto di bambini da parte dei militari.

Lo scrive il Guardian, secondo cui il ministro Miki Zohar del Likud, il partito del premier, ha detto di voler agire contro "chi rilancia la narrazione del nemico" o che "presenti i soldati israeliani come assassini", accrescendo la preoccupazione di quanti temono che il nuovo governo Netanyahu, il più a destra dell’intera storia di Israele, intenda comprimere le libertà democratiche e mettere a tacere le voci dissidenti.

Non danneggiare lo Stato

Zohar, scrive il Guardian, intenderebbe far firmare ai registi una dichiarazione nella quale si impegnano a "non danneggiare l’immagine dello Stato di Israele e dell’Idf", le forze di difesa.

I documentari con cui se la prende il ministro – sempre secondo il quotidiano britannico – sarebbero due, entrambi di produzione israeliana che circolano in festival internazionali: "H2: Occupation Lab", che fa la storia dell’occupazione israeliana su Hebron, Cisgiordania, e "Two Kids a Day", che mostra l’arresto in piena notte e poi l’interrogatorio di quattro bambini palestinesi del campo profughi di Aida, accusati di aver lanciato sassi. Eventi come questo – denunciano alcune organizzazioni per i diritti umani – avvengono in grande quantità ogni anno.

David Wachsmann, regista di quest’ultima pellicola, ha dichiarato: "Questi due film sono nell’occhio del ciclone, ma questo è un attacco alla libertà di espressione in Israele, sulla cultura e su ogni artista israeliano". In Israele l’industria della cultura dipende quasi interamente dai fondi pubblici.

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