sudamerica

Peruviani in piazza contro il governo Boluarte: 2 morti

Sciopero generale, migliaia nelle strade dopo le dimissioni forzate del presidente Castillo. Dall’inizio delle proteste le vittime sono già 52

Un manifestante a Lima (Keystone)
19 gennaio 2023
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Nel giorno della rabbia dei peruviani contro la presidente Dina Boluarte e il suo governo, si contano nuove vittime, almeno due, mentre centinaia di migliaia di manifestanti confluiti da varie regioni del Paese, hanno sfilato per le strade della capitale, in quella che è già stata ribattezzata ‘la presa di Lima’. Le proteste popolari avviate a dicembre contro la destituzione dell‘ex presidente Pedro Castillo (Perù libero, socialista) hanno raggiunto un nuovo culmine e le sorti del capo di Stato, accusata di aver tradito il socialismo, e del suo esecutivo sono strettamente legate alla gestione della cosiddetta ’Marcia de los 4 Suyos’, una riedizione della mobilitazione che nel 2000 segnò l’inizio della fine del governo di destra di Alberto Fujimori.

I manifestanti chiedono le dimissioni di Boluarte, nuove elezioni, e la liberazione di Castillo, destituito con un impeachment, e chiuso in carcere per ribellione, dopo aver tentato un golpe. La manifestazione, indetta dai sindacati in sciopero e dalle organizzazioni sociali, mira a far confluire la protesta, relegata inizialmente nelle province più povere e a maggioranza contadina e indigena, direttamente alle porte del palazzo del Governo.


La polizia blocca un manifestante (Keystone)

Nelle prime ore di giovedì erano già diversi i cortei che si stavano raggruppando in vari punti di accesso alla capitale. Tra questi quello composto da 11 mila rappresentanti della comunità aymara della regione andina di Puno, epicentro della protesta antigovernativa e dove, solo nelle ultime settimane, si sono registrati oltre venti morti. Boluarte ha chiesto ai manifestanti che i cortei si svolgano "in pace" ma per contenere il malcontento popolare ha fatto ricorso fino ad oggi essenzialmente alle forze dell’ordine e alla repressione.

L’ultimo bilancio conta 52 vittime dall’inizio delle proteste, tra queste anche un poliziotto bruciato vivo. Gli ultimi due morti si sono registrati negli scontri avvenuti la notte tra mercoledì e giovedì nella località andina di Macusani. Un atteggiamento, quello del governo di Boluarte, che invece di contenere il malcontento e la rabbia popolare, nelle ultime settimane non ha fatto altro che infiammarli. E lo Stato di emergenza a Lima, col massiccio schieramento di polizia ordinato dalla presidente a difesa del centro della capitale - circa 12 mila agenti presidiano i principali accessi - ne sono una conferma.

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