Estero

Il successo ‘americano’ di Zelensky, l’ira di Putin

Standing ovation per il presidente ucraino al Congresso Usa. Ma il Cremlino denuncia: ‘Mosca inascoltata’

Con Kamala Harris e Nancy Pelosi
(Keystone)
22 dicembre 2022
|

Si direbbe un successo diplomatico, il viaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington. A confermare l’exploit basterebbero le ovazioni e le lacrime bipartisan tributategli ieri dal Congresso in seduta plenaria, oltre al cospicuo piano d’aiuti – missili Patriot e appoggi finanziari per 45 miliardi di dollari – promessi del presidente americano Joe Biden. Mosca, però, è andata su tutte le furie e minaccia già un’ulteriore escalation del conflitto, pur dicendosi disponibile a futuri negoziati.

Con un discorso appassionato di circa venti minuti, Zelensky ha voluto ricordare agli americani e a tutto il mondo che gli aiuti a Kiev "non sono carità", bensì un investimento per il futuro della democrazia e della sicurezza globale. Il presidente ucraino ha anche insistito sulla necessità di ricevere altre armi: "Abbiamo artiglieria. È abbastanza? Onestamente no", ha detto cercando di assicurarsi il sostegno compatto del Congresso anche quando a gennaio i repubblicani riprenderanno il controllo della Camera, con qualcuno di loro che però si è detto stanco di staccare "assegni in bianco" a Kiev.

Putin: ‘Schiacceremo anche i Patriot’

Dal Campidoglio il leader di Kiev non ha parlato solo agli Stati Uniti e all’Europa, ma si è voluto rivolgere direttamente al popolo russo, esortandolo a liberarsi dalla tirannia di Vladimir Putin. Un affronto per il Cremlino che, per bocca del suo portavoce, ha accusato gli Stati Uniti di "combattere una guerra de facto contro la Russia". "Questa visita lo dimostra, come dimostra che non c’è alcuna volontà di ascoltare Mosca", ha tuonato Dmitri Peskov, secondo cui "né Biden né Zelensky hanno detto parole che potrebbero essere viste come una potenziale disponibilità ad ascoltare le preoccupazioni della Russia".

Putin da parte sua non ha ovviamente gradito l’annuncio del presidente americano sull’invio di Patriot all’Ucraina, ma come sempre ha ostentato sicurezza bollandoli come "obsoleti". "Dicono che li invieranno in Ucraina. Bene, che lo facciano. Schiacceremo anche i Patriot", ha minacciato lo zar, annunciando che Mosca "troverà un antidoto" anche contro questi sistemi di difesa anti-aerea.

Poi ha risposto a Biden e Zelensky che nel loro incontro alla Casa Bianca hanno rimarcato più volte l’assenza di segnali da parte della Russia di voler aprire un negoziato per risolvere il conflitto. Un concetto ribadito nella conferenza stampa di fine anno anche dal segretario di Stato americano, Antony Blinken, secondo il quale da Mosca "non c’è nessun segnale significativo della volontà di negoziare". "Tutti i conflitti armati finiscono in un modo o nell’altro con un qualche negoziato. E non abbiamo mai rifiutato", ha ribattuto il leader del Cremlino, accusando semmai Kiev di rifiutare la trattativa. E ancora: "Il nostro obiettivo è porre fine a questa guerra, stiamo mirando a questo. Prima finisce, meglio è. Prima i nostri avversari si renderanno conto che è necessario trattare, meglio sarà".

Wagner preoccupa

All’indomani della storica visita di Zelensky, la Casa Bianca ha voluto fare un punto sullo stato della guerra mettendo l’accento in particolare sulla pericolosità della milizia privata Wagner. "La sua influenza nel conflitto sa crescendo", ha avvertito il portavoce del Consiglio della sicurezza nazionale Usa John Kirby in un briefing con la stampa, precisando che "Wagner spende cento milioni al mese per la guerra e ha 50mila uomini dispiegati, di cui 10mila contractor e 40mila detenuti reclutati dalle carceri russe". Non solo, i mercenari della brigata e il loro leader, Yevgeny Prigozhin, "stanno emergendo sempre di più come rivali dei vertici militari russi", tanto che "in alcune battaglie le truppe russe sono state subordinate agli uomini di Wagner". Una sempre maggiore autonomia dimostrata anche dal fatto che la milizia privata avrebbe acquistato, a sue spese, armi dalla Corea del Nord. Pyongyang ha completato una prima consegna di armi a Wagner in Ucraina, ha detto Kirby, annunciando nuove sanzioni degli Stati Uniti contro il gruppo di mercenari.

L‘OCCUPAZIONE

10mila nuove tombe scoperte a Mariupol

Non c’è solo viale Lenin ora a Mariupol, il porto strategico nel sudest ucraino conquistato dai russi la scorsa primavera: ci sono anche oltre 10mila nuove tombe che fanno schizzare a più di 50mila le potenziali vittime delle violente battaglie e dei micidiali bombardamenti sulla città. Una puntigliosa indagine della Associated Press non lascia adito a dubbi: le immagini satellitari degli ultimi otto mesi mostrano 8.500 nuove tombe nel solo cimitero di Staryi Krym, a cui si aggiungono altri tre campi di sepoltura, compreso quello creato dagli ucraini prima dell’occupazione. Il totale arriva a 10.300 nuove sepolture. Sulla base di questi rilievi, si stima che le 25mila vittime ufficiali del conflitto potrebbero essere addirittura il triplo. Ai satelliti si aggiungono foto e video ripresi dai droni: le tombe sono visibili come cumuli di terra, a volte con croci di legno con nomi e date, ma la maggior parte semplicemente con piccoli cartelli sui quali sono scarabocchiati dei numeri. I reporter d’Oltreoceano hanno anche intervistato 30 residenti che confermano come gli occupanti russi abbiano rinominato la centrale via della Pace in viale Lenin, i cartelli stradali corretti in russo, telefoni, tv, contanti tutti made in Russia. Attualmente ci sarebbero in città circa 100mila persone, con la polizia antisommossa russa che pattuglia le strade per evitare disordini per la mancanza di riscaldamento, elettricità e acqua.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE