Estero

Lockerbie, preso il libico che costruì la bomba

Gli Usa ricercavano l’ex agente dei servizi di Tripoli da due anni, dopo averlo accusato di aver avuto un ruolo chiave nell’attentato del 21 dicembre 1988

34 anni più tardi
(Keystone)

A pochi giorni dal trentaquattresimo anniversario, c’è ora la possibilità di arrivare alla verità completa sulla strage di Lockerbie, il più sanguinoso attentato mai avvenuto in Gran Bretagna. Il cittadino libico accusato di aver fabbricato la bomba che distrusse il volo Pan Am 103 nei cieli di Lockerbie, facendolo precipitare su questo tranquillo villaggio in Scozia, è nelle mani delle autorità americane. Ad annunciarlo per prima è stata la Procura scozzese sottolineando che le indagini proseguono per identificare tutti i partecipanti al piano stragista. Quindi è arrivata la conferma del Dipartimento di Stato, che ha annunciato che l’uomo comparirà presto presso il Tribunale federale per il distretto di Columbia, a Washington.

Gli Usa – 189 delle 270 vittime erano cittadini americani – ricercavano l’ex agente dei servizi di Tripoli Abu Agila Masud da due anni, dopo averlo formalmente accusato di aver avuto un ruolo chiave nell’attentato del 21 dicembre 1988: quello dell’artificiere. Il mese scorso era emerso che Masud – che si trovava in un carcere libico per altri reati – era stato rapito da miliziani e subito erano iniziate speculazioni secondo cui sarebbe stato presto consegnato alle autorità americane per essere processato.

L’esplosione a bordo del Boeing 747 che volava tra Londra e New York provocò la morte di tutte le 259 persone a bordo – passeggeri e membri dell’equipaggio – mentre altre 11 persone furono uccise dai rottami del jumbo che caddero sulle loro case. Nel 2001 il libico Abdul Basset al Megrahi fu condannato all’ergastolo come ideatore dell’attentato dopo essere stato processato presso un tribunale scozzese appositamente convocato nei Paesi Bassi, scelta fatta per garantire un campo neutro come chiesto dal governo di Muammar Gheddafi, che negava ogni coinvolgimento. Megrahi fu rilasciato per motivi umanitari dal governo scozzese nel 2009 dopo che gli era stato diagnosticato un cancro alla prostata, ed è morto in Libia nel 2012, a 60 anni. Un altro libico a processo con lui in Olanda, Al-Amin Khalifa Fhimah, fu invece assolto.

La scarcerazione di Megrahi – che fu accolto come un eroe in patria e visse molto più a lungo rispetto a diagnosi che lo davano in fin di vita – avvenne tra le polemiche: la giustizia scozzese decise contro il parere della gran maggioranza dei familiari delle vittime e del governo americano, che fino all’ultimo fece pressioni affinché Al-Megrahi scontasse la sua condanna in Scozia, com’era stato sempre assicurato. Emerse più tardi che il gigante petrolifero Bp aveva fatto pressione sul governo britannico affinché venisse concluso un accordo con la Libia sul trasferimento di prigionieri in cambio di un’accelerazione delle intese sulle prospezioni petrolifere offshore con Tripoli.

Il processo, cui si arrivò dopo un lungo braccio di ferro tra Libia, Usa e Regno Unito, stabilì che a Francoforte Al-Megrahi, all’epoca ufficialmente capo della sicurezza delle aerolinee libiche, organizzò il trasferimento della bomba da un aereo di Air Malta a un volo per Londra. Secondo la Procura scozzese, che però non convinse la giuria, fu Fhimah a mettere la valigia con dentro l’esplosivo Semtex sul nastro trasportatore dei bagagli. L’ordigno fu così imbarcato sul volo Pan Am 103, diretto negli Usa. Sarebbe esploso alle 19.02 ora di Londra.

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