la guerra in ucraina

La Lettonia oscura il canale indipendente russo Dozhd

‘Sostiene la guerra’. Navalny protesta: ‘Errore, è un favore a Putin’

Una giornalista di Dozhd tv in diretta (Keystone)
6 dicembre 2022
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La Lettonia, tradizionalmente Paese rifugio di diverse testate indipendenti russe, ha deciso di revocare la licenza al canale Dozhd, accusandolo di sostenere l’invasione dell’Ucraina. Una scelta controversa, che non è dispiaciuta a Mosca e che è stata condannata dal più popolare oppositore di Vladimir Putin, Alexej Navalny.

Le autorità per le comunicazioni lettoni hanno accusato Dozhd di "molteplici violazioni": tra le altre, non garantire la traduzione in lingua lettone, aver trasmesso una mappa che mostrava la penisola di Crimea come parte della Russia. E poi ancora, aver lanciato un appello ai telespettatori a "fornire attrezzature ai russi in prima linea".

La replica

"Accuse ingiuste e assurde, stavamo raccogliendo informazioni sui crimini di guerra russi", è stata la replica dell’emittente, fondata nel 2010 come principale canale di opposizione in Russia e trasferitasi a Riga lo scorso luglio dopo essere stata oscurata da Mosca, per la sua copertura critica della guerra in Ucraina. Non a caso, in difesa di Dozhd (che resterà attiva su YouTube) si è schierato per primo Navalny: "C’è Putin che ha cominciato la guerra. C’è la tv Dozhd che racconta la verità su Putin e sulla guerra. Privare la tv Dozhd della sua licenza aiuta solo Putin", ha fatto sapere Kira Yarmish, la portavoce dell’oppositore russo in carcere.

Quanto a Mosca, i commenti sono stati relativamente neutri, ma senza nascondere un certo compiacimento. "Alcuni pensano sempre che ci sia un posto migliore di casa, che ci sia sempre più libertà che a casa. Questo è uno degli esempi più chiari che dimostra che si tratta di illusioni sbagliate", ha fatto sapere il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. La Lettonia negli ultimi anni ha accolto diverse redazioni critiche di Putin, tra cui Novaya Gazeta Europe e il sito indipendente Meduza, ma anche la filiale moscovita di Deutsche Welle. Ma da quando è partita l’invasione dell’Ucraina, a Riga è cresciuta la paura di essere tra i prossimi bersagli dello zar. Nel Paese baltico, sotto il giogo di Mosca ai tempi dell’Urss, un quarto dei suoi due milioni di abitanti è di lingua russa.

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